Lo scandalo dei derivati che ha gettato nel panico il Comune di Milano qualche mese fa continua: sono stati sequestrati dietro disposizione del gip di Milano a quattro istituti di credito e a due persone (indagate nell'inchiesta sulla truffa perpetrata al comune) ben 400 milioni di euro.
Le banche sotto accusa sono Ubs, Deutsche Bank, JP Morgan e Depfa Bank.
Come spiega il Corriere nel dettaglio sono stati sequestrati fino a un tetto di 92 milioni di euro per Jp Morgan e Depfa Bank, di 84 per Deutsche Bank, di 75 per Ubs.
Questo sequestro preventivo poggia su una novità che se approvata anche dal Tribunale del Riesame potrebbe essere replicata in tutta Italia. Le banche avrebbero raggirato una prima volta il Comune quando
"nella veste di consulenti, avrebbero violato la legge 448 del 2001 che subordina queste operazioni alla riduzione del valore finanziario delle passività totali a carico dell’ente: al contrario, le banche avrebbero rinegoziato il debito tacendo l'esistenza di un derivato stipulato dal Comune nel 2002 con Unicredito, che non poteva essere ignorato perché onerosamente collegato a mutui rinegoziati"
Le banche avrebbero praticato anche un secondo raggiro come specifica nel dettaglio il Corriere
"nella struttura scelta per ammortare il debito del Comune sia nel 2005 (giunta Albertini) sia nel contratto dell'ottobre 2007 (già sotto la giunta Moratti)"
In pratica
"quando due parti stipulano un contratto derivato, devono essere nelle medesime condizioni e dunque il valore delle prestazioni deve essere pari a zero; se così non è, chi è in vantaggio deve ricostituire in partenza l'equilibrio dando a chi è in svantaggio un pagamento pari alla differenza"
Invece nel nostro caso c'erano già 52 milioni di euro di perdita finanziaria a carico del Comune (quindi uno squilibrio in partenza) dovuta a condizioni contrattuali che avvantaggiavano già in partenza le banche.
La Procura quindi sostiene che questa perdita del Comune
"costituisca di per sé e subito un profitto per le banche talmente concreto e attuale che gli istituti lo iscrivono a bilancio come valore effettivo, lo possono vendere e comprare, lo pongono a base di mutui"
Ma ci sarebbe infine un terzo raggiro:
"aver violato i doveri di correttezza imposti loro proprio dalla legge inglese «Fsa» che esse avevano voluto regolasse i contratti con il Comune, e in particolare aver manovrato per spingerlo a rinunciare (senza che se ne avvedesse) a tutta una serie di preziose protezioni contrattuali di cui avrebbe in teoria dovuto e potuto godere nella sua veste di ente pubblico territoriale"
Il Comune è considerato parte lesa, e le 4 banche e i loro 12 manager sono indagati in concorso con due ex manager comunali (Giorgio Porta e Mauro Mauri).