Categorie: Cronaca
|
15 Novembre 2007 12:30

L'Unione accusa l'assessore Simini: per le opere pubbliche lavori troppo lenti e cantieri mai partiti

Condividi

Che i cantieri a Milano fossero un problema ce n'eravamo già accorti da tempo.

Quello che non sapevamo è che se la situazione pareva già grave così, in futuro potrebbe solo peggiorare.

Niente scenari apocalittici, ma andiamo con ordine. L'assessore ai Lavori Pubblici, Bruno Simini, ha presentato le linee generali del "piano 2008 per le opere pubbliche", con tanto di competenze e priorità, ma mentre si parla dell'anno che verrà si dimentica che in lista d'attesa dal 2005 ce ne sono parecchie di opere considerate di primaria importanza, tanto da essere già state finanziate e mai nemmeno iniziate.

La Città delle Culture, per esempio, progetto da 60 milioni di euro già approvato in via definitiva, ma l'area dell'ex Ansaldo è ancora li che aspetta qualcuno che si metta al lavoro. Stessa sorte per la riqualificazione degli spazi del Piccolo Teatro. Ancora in attesa del bando sono, invece, Parco di baravalle, il Parco blu, il progetto di Renzo Piano a Ponte Lambro, il cimitero di Chiaravalle, piazza Gambara e via dicendo per una lista infinita di altre opere.

Uno degli insabbiamenti più celebri, e gravi, è la linea della metropolitana 4 (tutti felici di non essere visionari che dalla M3 si è passati alla M5 perdendo per strada un numero…svelato l'arcano). Milioni di euro di finanziamenti già stanziati e bloccati da un bando di concorso pubblicato ma, a distanza di un anno e mezzo, mai assegnato. Tutto questo è sinonimo di spreco.

La questione in Giunta è stata sollevata da Marco Cormio dell'Ulivo, che imputa alle troppe ambizioni e alla frammentazione delle competenze, passando per una burocrazia titanica e alla poca trasparenza, questa accozzaglia di lavori perpetui.

E si pone una giusta domanda: cosa sta succedendo? Simini si difende dicendo che le priorità possono essere riviste in commissione verificando caso per caso, questo potrebbe tranquillamente tradursi in un ulteriore allungamento dei tempi di realizzazione.

Se ci si mette a riprendere in mano la documentazione di ogni singolo progetto, approvato e non, per capire su quale gradino d'importanza metterlo, tra dieci anni saremo ancora qui a leggere le carte.

Il punto su cui intervenire è un altro, primo: d'ora in poi si deve applicare un criterio intelligente di scelta di quelle che sono le reali priorità e secondo: una volta che il progetto è approvato il cantiere deve partire, in tempi brevissimi, non lo si lascia nel dimenticatoio a prendere polvere, si fa ciò che è stato deciso.

Le opere servono perchè c'è tanto su cui lavorare, i progetti buoni ci sono anche quelli, i soldi sono quelli che sono invece, motivo per cui vanno usati con la testa sulle spalle.

Quando si inizia una cosa va anche portata a termine.