La blogger di journaldebord ci ha segnalato questo suo post su Milano.
Si intitola Emme come Milano. Il post si conclude con una bella frase: Milano è in bianco e nero solo per chi non sa vederne i colori.
Riportiamo qui sotto la prima parte del post, che potrete leggere interamente andando qui. E voi come la vedete Milano? Come la vivete? E' una Milano grigia e rumorosa quella che avete davanti agli occhi tutti i giorni o riuscite a vederne anche i colori e il suo lato positivo?
È lì, ferma nel suo movimento.
Si lascia guardare e ti ricomincia ad amare, come se non l’avessi mai lasciata. Ma tu non l’hai lasciata, l’hai solo salutata. E lei lo sa. Quando torno a Milano, ho ogni volta la stessa sensazione, di continuità, come se non ci fosse stata alcuna interruzione, perché la città mi ha abituato, fin dall’inizio, al suo trasformismo. Milano cambia sempre, e cambiando non cambia mai, perché il cambiamento è Milano.
Dove c’era un negozio ora c’è una banca, dove una banca un fast food, dove un fast food un negozio, ma la Madonnina è sulla guglia più alta e nessuno la tocca.
Milano sposta le sue pedine, mescola il suo mazzo di carte, ma non ti confonde, la riconosci, anche se torni dopo mesi, perché quando ci vivi, lei fa lo stesso, ed è capace di mutare in pochissimi giorni. Piazza Duomo è sempre un po’impacchettata, non l’ho mai vista libera.
Ormai le impalcature che ruotano a ridosso delle facciate, ricoperte di cartelloni pubblicitari, sono parte integrante di questo spazio. In corso Vittorio Emanuele un giapponese ha fotografato me che camminavo, mentre parlavo con l’auricolare, reggevo sacchetti, guardavo vetrine, salutavo con la mano, sceglievo il film della serata, controllavo l’ora, pensavo alla mamma.
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