Spazio Ligera di Milano, bar e luogo che da 15 anni offre il proprio spazio come luogo d’incontro per la città, chiude.
Ne danno l’annuncio i gestori sulla pagina facebook: “Ecco, la musica è finita gli amici se ne vanno”.
Lo Spazio Ligera di Milano si trova in via Padova n.10 e non era solo un bar, ma un luogo d’incontro dove chi voleva un po’ di spazio veniva sempre accolto. Piccole esposizioni o presentazioni di libri, oppure semplice luogo per scambiare quattro chiacchiere, lo Spazio Ligera si era sempre contraddistinto per la sua capacità di saper accogliere tutti.
Ma le porte, che qui erano sempre aperte, con la pandemia si sono dovute chiudere e per troppo tempo. Così lo Spazio Ligera ha perso il proprio respiro e lentamente si è spento definitivamente. L’annuncio è stato dato dai gestori sui social.“Non siamo soliti gettare la spugna, non è proprio del nostro DNA, ma quando ci vuole, purtroppo, ci vuole. Riguardando indietro a questi quasi 15 anni, sappiamo di aver preso sotto gamba i conti, ma detto questo, credo che qualcosa rimarrà di quello che è stato il Ligera, lo Spazio Ligera e le Edizioni Ligera.
Noi, Riccardo Bernini e Federico Riccardo Chendi di sicuro ce l’abbiamo messa tutta per aprire a Milano un luogo diverso e farlo vivere, ogni giorno e ogni notte, insieme a voi. Un luogo che forse non c’era prima, e che forse non ci sarà più. A metà strada fra una Casa del Popolo, e una locale underground all’avanguardia, in mezzo alla via più multietnica, contraddittoria, e forse anche innovativa, di una città che cambia pelle ogni anno.” Il pensiero poi va ai clienti e a coloro che hanno in questi anni collaborato con lo Spazio Ligera.
“Senza via Padova il Ligera sicuramente non sarebbe esistito, e forse anche via Padova senza il Ligera si sveglierà più corta. Noi abbiamo sempre pensato in grande, non quando si trattava di fare i danè, ma sicuramente quando si trattava di fare di via Padova il meglio di Milano. Diffidate di tutti quelli che vi diranno il Ligera, era solo un bar, non lo era, era molto di più, e forse anche qualcosa di meno.
È un addio, che speriamo non sia troppo lungo.” scrivono Riccardo Bernini e Federico Riccardo Chendi.