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Milano sta vivendo il coprifuoco notturno attivato per 21 giorni, fino al 13 novembre.
Una misura ritenuta necessaria al fine di contingentare l’impennata dei contagi.
Il presidente della regione Lombardia, Attilio Fontana ha attivato il coprifuoco per arginare la seconda ondata di contagi del Coronavirus. Vietato uscire dalle 23 sino alle 5 della mattina, fatta eccezione per “comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità e urgenza”. Per spostarsi è necessaria l’autocertificazione.
Attivati i controlli a tappeto da parte dei Carabinieri al fine di verificare il rispetto dell’ordinanza di coprifuoco: “Non siamo in strada per multare, ma per aiutare i milanesi”.
Milano deserta e molti locali sono già chiusi, altri temono di dover chiudere quanto prima perché di lavoro ce n’è poco, come racconta a Il Giornale Francesco Gabriel, l’assistant manager del Blues Canal, il pub vicino al Naviglio Grande: “Per forza, parlare di coprifuoco ha un effetto devastante sulla psiche. La gente neanche ci mette piede fuori casa, ha paura. È come se le lancette fossero tornate indietro a marzo”.
Troppe le restrizioni come racconta Edoardo Bassi, uno degli art director del Magnolia: “C’è stata un’escalation di restrizioni, nei mesi scorsi avevamo lavorato per mettere in sicurezza i nostri spazi e ora dobbiamo rinunciare”. Il Magnolia aveva già ridotto capienza e posti a sedere nel pieno rispetto delle normative e, come racconta il Bassi avevano: “provato ad anticipare l’inizio degli show, ma il coprifuoco alle 23 è stato il colpo finale: non ce la siamo sentita di proporre dei concerti che possano creare difficoltà alle persone che devono tornare poi a casa”.
Lorenzo Citterio dell’Alcatraz esprime un concetto simile al Bassi: “Non avevamo riaperto per guadagnare soldi, ma per dare lavoro ai nostri dipendenti e per dare speranza alla città. L’Alcatraz ha contribuito a rendere Milano la città che era fino all’anno scorso. Non contesto il coprifuoco nel merito, ma abbiamo fatto investimenti che vengono vanificati da provvedimenti urgenti che non prevedono però alcun supporto per noi”.
Andrea Scirocco titolare ex Gate, ora Bijou Milano ci tiene a specificare che: “Servirebbero dei sussidi, ci stanno facendo chiudere senza dirlo apertamente”.
Molti i commercianti che temono un secondo lockdown per la seconda ondata di contagi del Coronavirus, lockdown che per loro, sarebbe fatale, come riferisce il titolare del Ginger Cocktail Bar:“Non è un giovedì normale. Sono convinto che il coprifuoco sia il preludio del lockdown. Forse è pure meglio. Tenere aperti in queste condizioni significa solo avere costi”.