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Nella giornata di lunedì 11 ottobre, a Milano e in tutta Italia è stato convocato uno sciopero generale proclamato da tutti i sindacati di base.
Come da copione, i maggiori disagi potrebbero interessare il settore dei trasporti.
Alle ore 8:45 è scattato lo sciopero dei mezzi Atm. L’azienda ha annunciato in un tweet: “A Milano il servizio sta proseguendo su tutte le linee metropolitane. Il traffico potrebbe rallentare la circolazione delle linee di superficie”. La fascia di garanzia assicurerà la regolare circolazione dei mezzi dalle ore 15.00 alle ore 18.00.
Dalle ore 18.00 al termine del servizio, i conducenti di metro, pullman e tram potranno astenersi dal lavoro per protesta.
Alle ore 21.00 di domenica 10 ottobre è scattato lo sciopero dei convogli regionali di Trenord. La fascia di garanzia, in vigore dalle ore 6.00 alle ore 9.00, ha registrato comunque cancellazioni tra partenze e arrivi nella stazione centrale di Milano e in quella di Porta Garibaldi.
Italo e Trenitalia hanno comunicato la lista dei treni che saranno effettuati.
Attualmente è in corso una manifestazione che sta imponendo la deviazione di alcune linee di superficie e il rallentamento di altre.
Ecco le linee in crisi:
Le linee sottoposte a rallentamento sono le seguenti: 60, 61, 65, 84 e 94.
Gli ATM Point nelle stazioni di Romolo, Garibaldi e Centrale sono chiusi.
Adl Cobas, Cib Unicobas, Clap, Confederazione Cobas, Cobas scuola, Cub, Fuori mercato, Sgb, Si Cobas, Sial Cobas, Slai Cobas, Usb e Usi Cit sono i responsabili della proclamazione dello sciopero.
Gli obiettivi? Schierarsi contro i “licenziamenti” e la “macelleria sociale“, contro “lo sblocco dei licenziamenti, per la riduzione generalizzata dell’orario di lavoro a parità di salario al fine di contrastare l’attacco all’occupazione e ai salari” e “per il rilancio dei salari, con forti aumenti economici e con l’istituzione di un meccanismo di piena tutela dei salari dall’inflazione”.
Inoltre, i sindacati sollecitano “garanzia del reddito attraverso un salario medio garantito a tutti i disoccupati“ e “l’accesso gratuito e universale ai servizi sociali e un unico sistema di ammortizzazioni sociali che garantisca la effettiva continuità di reddito e salario”.
Attesi gli interventi di “contrasto alla precarietà e allo sfruttamento”, come “l’abrogazione del Jobs Act, superamento degli appalti e del dumping contrattuale e forte contrasto all’utilizzo indiscriminato dei contratti precari”.
Sono inclusi ulteriori traguardi, come il “rilancio degli investimenti pubblici nella scuola, nella sanità e nei trasporti, contro la privatizzazione”, “una vera democrazia sindacale” e “la tutela dell’ambiente, il blocco delle produzioni nocive e delle grandi opere speculative”.
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