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Raffaele Russo, classe ’70, nasce a Milano ed è candidato consigliere del Municipio 5 alle elezioni amministrative di Milano del 3 e 4 ottobre nella lista ‘Riformisti-Lavoriamo per Milano’.
Perché si candida come consigliere comunale? Come nasce questa passione?
“Mi sono sempre interessato alla politica, da cittadino, seguendo svariate conferenze e dibattiti. Sono stato contattato dalla lista Riformisti, che mi ha spiegato il suo programma, e allettato da questa proposta mi sono detto ‘Perché no?’. Essendo nato nella zona del Municipio 5 di Milano, conosco bene le problematiche, le esigenze e le possibilità di miglioramento.”
Cosa fa nella vita?
“Svolgo l’attività di parrucchiere da 38 anni, muovendo i primi passi con l’aiuto di mio padre.
Ho lavorato per circa 25 anni nei pressi della Borsa di Milano e da 13 anni mi sono stabilizzato in via Meda con l’attuale salone. Fino al 2007, disponevo di un altro salone in zona Cordusio, ma per varie scelte di vita ho deciso di dedicarmi all’unico ed attuale Salone Bellicapelli”.
Come pensa di riuscire a far combaciare il suo attuale lavoro con l’impegno politico?
“Avendo sempre a che fare con il pubblico, ho deciso di propormi come portavoce delle varie problematiche che mi vengono segnalate dalla clientela e grazie alla loro vastità anagrafica riuscirò a sviscerare diverse questioni.
Riuscirò senz’altro a ritagliarmi del tempo e collimare gli impegni presi. Gli incontri si terranno prevalentemente la sera e ovviamente sarò disponibile.”
Se vincesse cosa vorrebbe cambiare? Quali saranno le sue battaglie?
“Le mie prime battaglie saranno inerenti all’igiene e all’ordine dei parchi che abbiamo a disposizione, come ad esempio il parco Ravizza che ha delle potenzialità incredibili, ma purtroppo sono mal gestite. Non mancano le idee inerenti alla sostenibilità, al traffico e alla viabilità.
La mancanza di semafori, provoca svariati incidenti, come quelli all’incrocio di viale Tibaldi e via Meda. Inoltre, vorrei creare dei punti di ascolto per gli anziani, perché hanno tanto da raccontare e non meritano di essere parcheggiati nelle Rsa senza avere l’opportunità di parlare e di esprimere la loro opinione. Mi piacerebbe anche che le scuole professionali non siano solo reclutamento di extracomunitari in cerca di documenti, bensì vadano incontro ai ragazzi che non hanno più voglia di studiare, insegnandogli un mestiere, una professione.
Bisogna dare l’opportunità di imparare una professione artigiana, dato che in questo quartiere sono spariti tutti i panettieri, ma anche i parrucchieri. In caso contrario nei prossimi vent’anni non ci sarà più un artigiano esperto, ma solamente degli improvvisati”.
Cosa non le piace da cittadino di una grande città come Milano? Vorrebbe effettuare modifiche al regolamento urbanistico?
“Non amo vedere le aperture selvagge di alcune attività, aperte in orari impossibili, senza alcuna regolamentazione.
Sono fonte di degrado e attrazione per la microcriminalità. Mi piacerebbe vedere molti più controlli, molti più organi di servizio pubblico, in giro, per assistere la gente. Vorrei che ci fosse una regolamentazione delle attività con orari ben precisi.”
Cosa intende fare per la promozione del territorio milanese?
“Ho creato una specie di triade che va dalla parte economica, a quella ambientale e alla sostenibilità sociale. Come dicevo anche prima, sono favorevole alla creazione di spazi per anziani e profondamente contrario alla ghettizzazione generale, sia degli anziani che degli extracomunitari.
Sono per l’integrazione assoluta. Ho sempre lavorato con immigrati che sono riusciti ad aprirsi una loro attività costruendosi una propria famiglia. Mi permetto di aggiungere che sono necessarie più piste ciclabili e dichiaro di essere favorevole alla patrimoniale, dove vengono tassati i ricchi per poi distribuire questi fondi ai giovani e ai bisognosi”.
Se la sente di condividere con noi il percorso scolastico e lavorativo?
“Dopo le scuole dell’obbligo, ho dedicato 8 anni all’Accademia.
Successivamente ho lavorato all’estero, a Londra, ad Amsterdam e a Parigi, dove ho imparato la lingua inglese e spagnola. Ho avuto la fortuna di avere tra i miei clienti grandi giornalisti che hanno corretto molto la mia dialettica. Tra questi quello che ricordo con più affetto è Indro Montanelli che mi ha lasciato diversi regali, tra i quali la sua macchina da scrivere personale. Inoltre, a casa ho anche la Storia d’Italia a fumetti autografata dal giornalista Enzo Biagi.
Ho avuto modo di conoscere grandi imprenditori, tra cui Ferruzzi, Gardini, Dellanoce”.
Come ha vissuto il periodo della pandemia di Covid-19 e i conseguenti lockdown?
“Con tanto, tanto sacrificio. Mi sono attenuto alle regole, non ho fatto servizio a domicilio. Ho preso ciò che lo Stato mi ha dato, anche se purtroppo ho dovuto mettere in cassa integrazione i miei dipendenti. È stato un periodo duro, ma ce l’abbiamo fatta.
L’importante è seguire sempre le regole”.
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