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Dall'”Avvocato degli italiani” (il Giuseppe Conte del primo governo) al “Medico di Milano”, il Centrodestra in Italia continua a puntare su figure esterne alla politica.
Dopo il magistrato Catello Maresca a Napoli Luca Bernardo, 54 anni, primario di Pediatria al Fatebenefratelli, è il candidato sindaco per il Centrodestra alle Comunali di Milano. Il suo nome è arrivato dopo un carosello di nomi che, tuttavia, non si sono mai concretizzati.
Come mai ha deciso di accettare questa candidatura?
Ho avuto la fortuna di avere una bella famiglia di origine, ho una famiglia fantastica, ho avuto la fortuna di fare il lavoro che immaginavo, ovvero fare il pediatra, ho sempre potuto aiutare sia dal punto di vista medico che sociale.
Sono un uomo molto fortunato e io credo che quando si ha fortuna sia necessario dare qualcosa indietro.
Non ha dispiacere nel lasciare il suo lavoro di pediatra?
All’inizio il dispiacere c’era. Io sono medico e si è medico per sempre. Durante la campagna elettorale, e finchè riuscirò, lavoro la mattina e poi inizio l’attività di campagna elettorale. Da settembre sarò presente sulla campagna e qualora gli elettori scegliessero sindaco Bernardo ho già deciso di lasciare la parte medica e fare il medico di Milano.
Andrò a curare Milano e credo che questa cosa sia importante soprattutto dal punto di vista del sociale e della solidarietà. I quartieri devono tornare in mano ai cittadini e ai negozianti.
“Il medico di Milano” ricorda un po’ “L’Avvocato degli Italiani”. Perchè Milano ha bisogno di un medico?
Guardando Milano da candidato, ma ancor prima da cittadino, io credo che ci voglia un medico.
Milano è malata, ha tante patologie. Se uno va nei quartieri periferici vede persone che hanno infiltrazioni e muffe nelle stanze e i catini che raccolgono l’acqua che cade. Manca il controllo del territorio e i cittadini non escono di casa dopo una certa ora perchè hanno paura. C’è poi la questione parcheggi e la questione piste ciclabili. Su queste ultime, ad esempio, non ho mai detto che vanno eliminate: vanno ridisegnate, ripensate e in alcuni punti spostate, per due motivi: la sicurezza e gli ingorghi.
Come giudica, quindi, i 5 anni di amministrazione Sala?
Se uno guarda ad Expo credo si aspettasse un sindaco che facesse grandi cose per Milano. In realtà io credo che non abbia più nulla nel cassetto. Non dico che non abbia fatto nulla, ha fatto tanto ma di ciò che gli è stato lasciato da costruire dai precedenti sindaci. Milano-Cortina 2026, ad esempio, è una grande opportunità che ci si deve giocare oggi per il 2026.
Sono noti i suoi buoni rapporti con il Centrosinistra e con il Pd, questo potrebbe riflettersi in un diverso modo di approcciare l’opposizione qualora lei dovesse diventare sindaco?
Ma, certamente sì. Io sono sintesi di quattro partiti di colazione. Io sono stato l’unico candidato senza veti e senza pensieri perchè rappresento il social-civile, perchè ho affrontato il Covid in reparto e credo che questi siano temi che non riguardo nè destra nè sinistra e visto che le persone per bene ci sono sia da una parte che dall’altro bisogna essere tutti insieme altrimenti Milano non la cambiamo.
La mia idea, qualora i cittadini dovessero scegliermi, è di avere una città aperta, di cuore, inclusiva. Milano è questa e lo è da sempre.
Il suo nome arriva dopo parecchi altri nomi: perchè pensa che così tanti abbiano rifiutato?
Ci sono state tante persone, e di livello, tra i nomi. Riguardo alla polemica sulla retribuzione io credo che uno debba approcciarsi non dal punto di vista economico ma di quello che deve fare.
L’unica preoccupazione che un sindaco ha sono tutte quelle possibili denunce per cui risulti responsabile pur non avendo fatto nulla.
Lo ha vissuto come un ripiego?
No, non mi sento un ripiego. Tutte le persone che sono passate prima sono di altissimo livello culturale e lavorativo. Quando io sono stato scelto dalla coalizione sul tavolo c’erano anche altre persone, non c’ero solo io. Sono felice di essere stato scelto ma sarò ancora più felice quando riuscirò a fare bene per i cittadini riaccendendo questa città.
Il Centrodestra ha attinto a personaggi esterni alla politica ma riconosciuti come grandi professionisti come candidati per le Comunali. Secondo lei da cosa nasce questa scelta? Il Centrodestra manca di figure di spicco in questo momento?
Io credo che di figure di spicco ce ne siano. Penso che la scelta sia quella di cambiare pagina: per una volta non si sceglie la politica. E così anche la lista civica Bernardo avrà all’interno persone e figure che arrivano dalla società civile, quindi non ci saranno politici che arrivano dai partiti, a meno che non si spoglino della figura politica.
Chi entrerà nella lista dovrà essere il più bravo nella propria attività e della propria categoria.
A Milano il centrosinistra ha già da tempo individuato un candidato sindaco che sembra più di destra che di sinistra. Con lei il centrodestra ha individuato un candidato che sembra più di sinistra?
Luca Bernardo è andato alle Feste de L’Unità, alle sagre e ha sempre collaborato con persone che non erano nè di Sinistra nè di Destra ma che avevano voglia di fare nel sociale e nella solidarietà: io guardo la persona.
Io attingo e spero di attingere a tutti indistintamente perchè noi siamo inclusivi e credo che questa sia la cosa che più piace alla gente. Milano ha bisogno di tutti.