Lo staff della Pinacoteca di Brera combatte il Coronavirus raccontando i quadri esposti tramite i social.
Ecco un altro esempio di come internet possa essere particolarmente utile in questi giorni di emergenza sanitaria. “Siamo chiusi, ma questo non vuol dire che il cuore ha smesso di battere“ ha detto James Bradburne, il direttore della Pinacoteca.
Dopo la scelta delle Università di discutere le tesi telematicamente e il concerto streaming di Francesca Michelin, anche la Pinacoteca di Brera utilizzerà questo nuovo metodo.
Tutti i musei devono rimanere chiusi fino al 2 marzo – per ora – come stabilito dall’ordinanza della Regione Lombardia. Ma Bradburne non ci sta e, insieme ai dipendenti, decide di raccontare i quadri tramite social. “Un museo non è soltanto i suoi oggetti fissi, non dobbiamo solo venirci, possiamo offrire il museo”. Come spiega il direttore non è sicuramente il modo ideale di fruire l’arte, ma è il loro personale modo per mostrare che il cuore di Milano batte ancora.
“Siamo qui per la città, per ogni cittadino, come luogo di ispirazione e consolazione per aiutare a resistere a tutti i guai che affrontiamo adesso”.
Non si sa per quanto ancora bisognerà tenere le porte dei musei chiusi. Il sindaco Beppe Sala aveva fatto sapere di voler ripartire proprio dalla cultura, ma al momento non è stata emanata nessuna contro ordinanza. Soluzione invece presa per quanto riguarda i bar, che ora possono rimanere aperti anche la sera, a patto che si faccia solo servizio al tavolo.