La Triennale di Milano presenta Gioco, uno spazio innovativo per stimolare la creatività dei bambini, riscrivendo le regole della fruizione culturale.

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La cultura spesso non sa come parlare ai più giovani. La Triennale di Milano ha deciso di cambiare le carte in tavola con l’inaugurazione di Gioco, uno spazio concepito per i bambini e le loro famiglie. Questa iniziativa si propone di intrattenere, educare, stimolare la creatività e favorire l’interazione. Tuttavia, esiste un significato più profondo dietro questa mossa audace.
Un nuovo approccio alla cultura per i più piccoli
La Triennale non è nuova a iniziative innovative. La recente inaugurazione di Gioco, uno spazio di 300 metri quadri dedicato all’immaginazione infantile, rappresenta un passo avanti significativo nella missione di rendere l’arte e la cultura accessibili e coinvolgenti. Tuttavia, è necessario interrogarsi sul motivo per cui le istituzioni culturali faticano a comprendere il linguaggio dei bambini. La risposta risiede nel fatto che spesso si ignora il potere del gioco, considerandolo un aspetto secondario dell’educazione.
Gioco non è solo un’area ludica; è un laboratorio di creatività e interazione. Progettato dall’architetto Luca Cipelletti, lo spazio risponde alle esigenze dei piccoli visitatori: da aree di lettura a laboratori creativi, ogni angolo stimola l’immaginazione. Il design degli arredi, realizzati dallo studio francese smarin, utilizza materiali sostenibili come il sughero e l’abete, promuovendo non solo il gioco ma anche una coscienza ecologica.
Servizi pensati per le famiglie: un passo avanti verso l’inclusione
Creare uno spazio attraente è insufficiente; è fondamentale pensare anche ai servizi accessori. La Triennale ha compreso che visitare un museo con bambini richiede un’organizzazione accurata: dalla possibilità di parcheggiare i passeggini, a armadietti per riporre oggetti, fino a un bagno attrezzato con fasciatoio. La proposta gastronomica include un menu dedicato ai più piccoli al ristorante Cucina Triennale. Queste scelte dimostrano la consapevolezza dell’istituzione riguardo alle esigenze familiari, aspetto cruciale spesso trascurato.
La vera sfida consiste nel rendere l’esperienza educativa significativa. Gioco ospiterà laboratori e incontri curati dal dipartimento educativo della Triennale, progettati per coinvolgere i bambini in attività che stimolino il loro sviluppo e la loro curiosità. Sarà disponibile anche una selezione di libri in italiano e inglese, compresi titoli in comunicazione aumentativa e silent book, per garantire un approccio inclusivo a tutti i piccoli lettori.
Riflessioni finali: oltre la superficie, quale futuro per la cultura?
Gioco rappresenta un tentativo audace di riscrivere le regole della fruizione culturale. Tuttavia, è opportuno chiedersi se ciò sarà sufficiente. La realtà è meno politically correct: la cultura, spesso, si rivela un terreno ostile per i più giovani, e le istituzioni devono fare di più per abbattere queste barriere. La Triennale ha avviato un percorso, ma questo è solo l’inizio. È attesa una valutazione su come si evolverà questa iniziativa e se altre istituzioni seguiranno l’esempio.
È essenziale riflettere su come la cultura possa diventare uno strumento di crescita e inclusione per i bambini. Non basta aprire le porte di un museo; è fondamentale modificare la percezione e l’approccio verso le nuove generazioni. Solo così sarà possibile sperare in un futuro in cui l’arte e la cultura siano accessibili e significative per tutti.