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Fiorenza Rancilio è stata trovata morta nella sua abitazione in via Crocefisso, nel centro di Milano.
La scoperta è avvenuta nella tarda mattinata di mercoledì 13 dicembre. La vittima, un’immobiliarista di 73 anni, presentava ferite profonde alla testa mentre si trovava nella sala da pranzo.
Il corpo è stato scoperto dalla donna delle pulizie dopo che i dipendenti si erano preoccupati di non vedere la signora in ufficio mercoledì mattina.
Il figlio 37enne della donna, Guido Pozzolini Gobbi Rancilio, è stato trovato nell’attico al nono piano, chiuso dall’interno, al momento del ritrovamento del corpo.
Dopo essere stato interrogato dagli investigatori e portato in ospedale in stato di shock, è stato posto in stato di fermo con l’accusa di aver ucciso la madre. Si apprende che l’uomo, nelle ore precedenti, aveva assunto psicofarmaci e soffriva da tempo di problemi psichiatrici.
Il tragico evento si inserisce in un contesto familiare segnato da dolori passati. Il fratello della vittima, Augusto, fu sequestrato nel 1978 dalla ‘ndrangheta.
Nonostante fosse stato aperto un fascicolo per omicidio, il corpo dell’architetto di 26 anni non è mai stato ritrovato. Entrambi i fratelli sono figli di Gervaso Rancilio, anch’egli immobiliarista.
I vicini descrivono la famiglia come riservata, concentrata sul lavoro e proprietaria di un notevole patrimonio.
La vittima, Fiorenza Rancilio, ricopriva il ruolo di presidente della fondazione “Augusto Rancilio”, dedicata a suo fratello. Attualmente, il ruolo di presidente è stato assunto da Cesare, fratello di Fiorenza.
La fondazione ha sede a Villa Arconati, una residenza maestosa nel hinterland milanese costruita nel 1600, situata a Bollate.
Il palazzo in via Crocefisso è il quartier generale della famiglia, con uffici delle società immobiliari Palladium Group e Omnium al piano terra e seminterrato. Entrambi madre e figlio vivevano nello stesso edificio, su piani diversi, rispettivamente al nono e al sesto piano.