Argomenti trattati
Nella giornata di martedì 18 gennaio, la Lav -Lega antivivisezione-, grazie a biciclette e veicoli elettrici, ha portato in giro per le città di Milano, Roma, Torino, Bologna e Napoli alcuni manifesti.
Il messaggio-sfida lanciato ai sindaci neoeletti è chiarissimo: “Meno carne nelle mense, meno smog in città”. Tra le richieste: l’impegno a ridurre del 20% il consumo di carne nelle mense pubbliche nel corso dei prossimi 4 anni, e l’introduzione di un menù 100% veg un giorno a settimana, in tutti gli esercizi di ristorazione che dipendono dal Comune.
La richiesta è connessa agli studi secondo i quali gli allevamenti e la zootecnia causano il 14,5% delle emissioni climalteranti originate da attività umane. Nella ricerca “Il costo nascosto del consumo di carne in Italia: impatti ambientali e sanitari”, diffusa dalla Lav, è emerso che in un anno, le emissioni di CO2 equivalente associate al ciclo della sola carne bovina rappresentano oltre 18 milioni di tonnellate: un danno di oltre 2 miliardi di euro.
Includendo le emissioni legate alla produzione e consumo di carne di maiale, di pollo e di tacchino, le tonnellate anno di CO2 eq raggiungono i 40 milioni. Tenendo in considerazione il numero di pasti distribuiti dalla ristorazione collettiva pubblica, Lav ha incoraggiato i 5 Comuni a divulgare i dati sui quantitativi di carne (bovino, suino, suino lavorato e pollo/tacchino) distribuiti nelle mense di loro competenza.
Gianluca Felicetti, Presidente Lav, ha chiarito: “Le risposte non sono state affatto soddisfacenti. Abbiamo rilevato che la maggioranza dei Comuni interpellati non ha cognizione del quantitativo di carne acquistato e distribuito nella ristorazione collettiva, in particolare nella refezione scolastica. Si tratta di una ‘non conoscenza’ inaccettabile in tempi nei quali anche le strategie di massimo contrasto al cambiamento climatico sono urgenti e dovute”. Avvalendosi dei dati reperiti sui canali istituzionali cittadini, Lav ha analizzato l’impatto del consumo di carne della ristorazione collettiva pubblica di Roma, Milano, Napoli, Torino e Bologna.
Il risultato? Le cinque città consumano quasi 1 milione e 500 mila kg di carne l’anno nelle loro mense. Rispetto ai vari parametri, Milano è il capoluogo più attento e attivo.
Adottando la Sfida Green, le cinque città assicurerebbero un risparmio totale di quasi 2 milioni e 800 mila euro, salvando la vita di oltre 85mila animali. Felicetti, infine, conclude: “I Comuni, rispondendo anche a requisiti obbligatori di sostenibilità degli acquisti, possono e devono indirizzare la loro politica alimentare a tutela dell’ambiente e del clima, della salute, della qualità dell’aria e dell’acqua; possono favorire il corretto utilizzo del suolo, impedire l’impoverimento delle riserve idriche, conservare la biodiversità.
Accettare la sfida lanciata da LAV a ridurre l’impatto ambientale e sanitario della ristorazione collettiva sarà un atto di lungimiranza, di attenzione alla sopravvivenza del Pianeta e al benessere della comunità che si amministra”.
LEGGI ANCHE: Smog e Coronavirus: l’inquinamento dell’aria può abbassare le difese immunitarie