Lo smart workig, che preoccupava molto il sindaco Sala, ha di fatti già modificato la città, dove sono diminuiti i residenti, i lavoratori pendolari e sono anche diminuiti gli spostamenti, ma vediamo nel dettaglio come lo smart working ha cambiato Milano.
Sala lo aveva previsto e così è stato, con lo smart working la città di Milano è cambiata. Sin dai primi mesi dell’epidemia è stato evidente come con l’attuazione del lavoro da casa Milano si andava a spopolare. Già a maggio parlavamo di Citylife in crisi a causa della mancanza dei lavoratori pendolari che ogni giorno dalla provincia venivano qui a lavorare.
Si tratta, secondo i dati condivisi allo Your Next Milano 2021, del 75% di aziende che hanno deciso di integrare lo smart working e che potenzialmente non lo abbandonerà nemmeno dopo la pandemia.
Contemporaneamente sono diminuiti anche gli spostamenti. Se da un lato la metropolitana ha registrato un crollo degli ingressi, del 71%, che però può essere riconducibile al lockdown e alla capienza diminuita al 50% che scoraggia i pendolari, dall’altro è anche vero che si registra un incremento del 40% per gli spostamenti dalla periferia alla città, dato che conferma lo svuotamento di Milano in favore delle periferie e che è proprio una conseguenza di questa nuova modalità che permette di lavorare presso un’azienda con sede a Milano ma da dove si preferisce.
Viceversa Milano sembra non essere stata “abbandonata” dagli studenti universitari, ed è proprio su di loro che il sindaco Sala punta per la ripresa della città, che dopo la pandemia ne uscirà diversa.