Genitori protestano ogni giorno al Comune di Milano contro le scuole chiuse.
“Mentre in Europa tutto il resto ha ruotato attorno alla scuola, qui no. I ragazzi stanno scivolando nell’apatia” denuncia uno dei 155 genitori che ogni giorno presidiano la protesta contro la dad fuori Palazzo Marino.
Sono 155, si sono riuniti sui social, prima sui gruppi WhatsApp, poi in un gruppo su Facebook e Instagram con il nome “A scuola 2020”, sono i genitori contrari alle scuole chiuse a Milano, che ogni giorno protestano, presso il Comune di Milano, per sensibilizzare la politica sulla riapertura delle scuole.
“Questo è il cuore della città ed è un luogo simbolico e neutro, dato che il Comune non ha potere sulla questione ma può aiutarci ad amplificare la voce. I più grandi studiano con dad al 100% dalla fine di ottobre, per decisione della Regione, prima ancora di quella governativa. Il timore è che le scuole vengano tenute chiuse per mesi, perché non al centro dei pensieri di chi governa. Durante il primo lockdown ero contentissima che fossero state attivate le lezioni on line, come filo rosso tra ragazzi e scuola, ma ora no, perché uno strumento d’emergenza non può diventare la normalità” spiega una mamma.
La paura è che la dad possa in qualche modo incidere sulla psicologia dei ragazzi. “Con questo virus conviveremo ancora a lungo ma mentre in Europa tutto il resto ha ruotato attorno alla scuola, qui no. I ragazzi stanno scivolando nell’apatia, soprattutto quelli delle scuole medie: alcuni genitori faticano anche a convincerli a uscire per prendere un po’ d’aria”. Inoltre ci si preoccupa anche per quei bambini e ragazzi che nella scuola potevano trovare un porto sicuro.
“Molti ragazzini sono allo sbando, la scuola era soprattutto un luogo per aiutarli e per tenere un minimo di controllo”. Aprire dunque tutte le scuole definitivamente e rischiare nuovamente di affollare i mezzi pubblici? No. La proposta è quella di venirsi incontro. “Noi non chiediamo di far tornare i ragazzi in massa a scuola ma di prendere in considerazione almeno una percentuale di tempo in presenza, senza dad al 100%. I giovani così sono alienati, sono nell’impossibilità di condividere momenti che non torneranno mai più.
C’è anche la fatica fisica di stare davanti al pc tutto il giorno, per lezioni e per compiti. Ricordiamo che dal 24 febbraio i ragazzi sono a casa… A scuola, da allora, ci sono andati pochissimi giorni”. A supportare il loro grido di protesta gli stessi studenti, quelli delle scuole superiori ovviamente, che presidiano invece da giorni il Palazzo della Regione Lombardia. Anche il Sindaco Sala, da sempre favorevole a un mix di scuola in presenza e dad, da Palazzo Marino commenta: “A Milano le cose stanno migliorando, significativamente se guardassimo solo all’Rt.
Ma il sistema sanitario è ancora sotto pressione. Dobbiamo avere ancora pazienza. E poi potremo un po’ riaprire. Anche le scuole, spero fortemente.”