Il direttore del Dipartimento Anestesia e Terapie Intensive di Humanitas, Maurizio Cecconi, ha sottolineato la presenza di giovani nei reparti di terapia intensiva.
“Quando arrivano così tanti malati insieme“, ha spiegato, “anche i giovani in una piccola percentuale, ma con un numero che diventa grande in una pandemia, possono finire in terapia intensiva: infatti abbiamo molti giovani in questo momento nelle terapie intensive”
Sebbene siano per lo più le fasce a rischio ad occupare i posti letto dei reparti di terapia intensiva, non manca anche una piccola percentuale di giovani ricoverati, anche in gravi condizioni.
I dati più recenti mostrano l’Italia come il terzo Paese al mondo per mortalità da Covid, e primo in Europa. “Dobbiamo prendere atto di una seconda ondata che ha contagiato molte persone, quindi probabilmente non siamo stati in grado di proteggere dal contagio le fasce più vulnerabili come gli anziani“, ha commentato Maurizio Cecconi ai microfoni di Sky Tg24.
Anche Attilio Fontana si era rivolto ai giovani all’inizio della seconda ondata di Coronavirus, invitandoli a prestare la massima attenzione, utilizzando le mascherine e rispettando il distanziamento.
Il presidente di Regione Lombardia aveva parlato ai più giovani “perché dall’analisi dei dati è emerso che, a differenza di quanto accaduto ad inizio pandemia, ora la fascia di età più suscettibile al contagio è quella che va dai 20 ai 29 anni (a marzo era dai 70 ai 79) e le occasioni di diffusione sono le attività legate al tempo libero“.