Nel pieno della fase 2 e con le riaperture avviate di ormai quasi tutte le attività, spunta uno studio condotto da Ospedale Sacco, Università Statale e Policlinico di Milano.
I ricercatori avrebbero scoperto infatti non solo l’esistenza del Coronavirus a Milano già dalla metà di dicembre, ma anche 231 mila casi non diagnosticati, che hanno contribuito alla diffusione della pandemia.
La ricerca, pubblicata da Il Fatto Quotidiano, si baserebbe sull’analisi sierologica svolta su un campione di 789 donatori, di cui il 60% residente nella sola Milano. I campioni di sangue sarebbero stati prelevati dalla banca del Policlinico e sono riconducibili al periodo 24 febbraio, inizio della pandemia, all’8 aprile.
Tutti sono stati analizzati con test immunologico a flusso laterale e i risultati hanno delineato un quadro poco incoraggiante. Tutti gli individui risultano essere sani, ma positivi agli anticorpsi IgM e IgG. Facendo un rapido calcolo, dunque, alla data dell’8 aprile sarebbero circa 231.460 i casi non diagnosticati nella sola provincia di Milano: casi sommersi di cui nessuna conosceva l’esistenza.
Sempre la stessa ricerca ha permesso di capire come già a partire dal 24 febbraio una buona percentuale di donatori abbia dimostrato di essere positivo ai due tipi di anticorpi confermando come il virus si sia insunuato tra la popolazione ben prima del rapido aumento di casi che ha fatto esplodere l’emergenza in tutto il Paese.