I contagi diminuiscono, il peggio forse è passato, ma non si può ancora allentare la presa.
Milano, e tutta l’Italia, è quasi pronta per la fase 2, ovvero il periodo successivo al vero e proprio allarme Coronavirus. La quotidianità cambierà e probabilmente sarà un campo di prova per un futuro migliore. Lavoro, spostamenti, scuole, commercio e turismo dovranno mettersi in gioco, sperimentando nuovi metodi per andare avanti in un mondo diverso rispetto a quello che abbiamo conosciuto fin ora.
Milano, la città da milioni e milioni di turisti, dovrà abituarsi a rimanere per un po’ senza visitatori dall’estero.
Palazzo Marino però sta cercando una soluzione per non fermare il settore del turismo, che da tempo porta molti risultati in città. Nei prossimi mesi si punterà al turismo locale o di prossimità, come spiega l’assessora Roberta Guaineri. “Ci concentreremo sul livello regionale o nazionale. Dobbiamo far si che già a luglio sia tutto pronto“. Ma non riguarda solo il capoluogo lombardo: “Vogliamo contattare anche le altre città come Bergamo, Brescia, Cremona e Mantova per capire se si riescono a mettere in campo sinergie e progettare attività attrattive reciproche“.
Poi c’è il problema della mobilità, che molto probabilmente vedrà un aumento dell’utilizzo di mezzi privati. La paura di accalcarsi all’interno di vagoni della metropolitana e autobus avrà quindi un contraccolpo negativo sull’ambiente. Il sociologo dell’Ambiente e del Territorio della Bicocca, Matteo Colleoni, spiega il suo punto di vista. “Dovremo usare quello che ci ha insegnato il dramma Coronavirus. Molte riunioni potranno continuare a essere fatte a distanza evitando spostamenti inutili.
Bisognerà lavorare anche sui tempi della città: ancora oggi gli orari di punta rimangono gli stessi, tra le 7 e le 9 e le 17 e le 19. Dovremo lavorare sui servizi, gli uffici, le stesse università che potrebbero puntare più sul sabato“. Un’altra idea, come ha già accennato il Sindaco di Milano Beppe Sala, potrebbero essere finanziamenti e miglioramenti delle biciclette elettroniche.
Di conseguenza lo smart working sarà una valida alternativa, da utilizzare quando possibile.
Il docente di Organizzazioni aziendali della Statale, Luca Solari, spiega: “Abbiamo imparato che una serie di attività come meeting, presentazioni e incontri commerciali si possono fare benissimo a distanza“. Michele Faioli, docente di Diritto del lavoro della Cattolica aggiunge: “Chi tornerà nei luoghi fisici potrà farlo solo se il datore di lavoro avrà potenziato le misure di sicurezza per limitare il rischio di contagio“. Anche i commercianti dovranno potenziare quei mezzi che permettono le consegne a domicilio, come le piattaforme di delivery e ordini on line.