Giuseppe Allegri era un tassista di Milano che trasferiva i medici all’ospedale San Raffaele: è il primo autista morto a causa del coronavirus.
Conosciuto come il “tassista di Famagosta“, la sua area copriva dal posteggio taxi della fermata della metropolitana verde fino all’ospedale San Paolo, a sud della città. Aveva 68 anni.
A Milano, a causa dell’emergenza coronavirus, è morto il primo tassista: Giuseppe Allegri, un uomo di 68 anni. La sua linea, “Lima 57” (questa la sua sigla) copriva una vasta zona che si estenda dalla fermata della linea verde di Famagosta fino all’ospedale San Paolo, a sud della città. Nei suoi turni, spesso nella notte, si occupava di accompagnare i medici all’ospedale San Raffaele.
Proprio Giuseppe, all’inizio della pandemia, avrebbe lamentato la carenza di dispositivi di protezione individuali per una categoria, come quella dei tassisti, esposta maggiormente al rischio.
Da 13 anni prestava il servizio per la sigla taxi “6969”, fino a quando le sue condizioni di salute si sono aggravate ed è stato ricoverato nel reparto di Terapia intensiva al San Paolo.
Dal radiotaxi, i colleghi lo ricordano così: “Era una persona straordinaria, un signore – dichiara il direttore della centrale radio Vincenzo Mazza -. Tutto il 6969 si stringe attorno alla famiglia”.
La perdita di Giuseppe ha mosso anche i sindacati, che si stanno battendo con le istituzioni per garantire a tutti i tassisti di disporre di mascherine e guanti. Circa due settimane fa, inoltre, i sindacati avevano sconsigliato “la prosecuzione del servizio” a coloro che non avevano dispositivi di protezione.