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Verso la Giornata della Memoria: 28 nuove pietre d’inciampo a Milano

Il Comune di Milano decide di posare ventotto nuove pietre d'inciampo per ricordare tutte le vittime del nazismo.

Il Comune di Milano ha annunciato che verranno posate ventotto nuove pietre d’inciampo nella città per mantenere viva la memoria di tutti i deportati nei campi di concentramento e di sterminio che non hanno più fatto ritorno a casa. Le Pietre sono state ideate da Gunter Demnig che posò la prima nel 1992 a Colonia.

Milano è memoria: le nuove pietre d’inciampo

Milano è memoria è un progetto del Comune che, con iniziative ad hoc, si impegna a ricordare eventi storici del passato con la convinzione che “Senza memoria non c’è futuro”. Le pietre d’inciampo rientrano proprio in questa iniziativa: il 13 gennaio a Palazzo Marino verranno ricordati i nomi delle persone a cui sono dedicate le Pietre. L’incontro si svolge alle 10.30 alla presenza dei parenti dei commemorati ed è aperto al pubblico. Il Comitato per le pietre d’inciampo, presieduto da Liliana Segre, ha già deciso i nomi.

Il Comitato è attivo dal 2016 e ha posato le prime sei pietre a gennaio 2017. A queste sono seguite altre ventisei all’inizio del 2018, trenta nel corso del 2019, per un totale di 90 pietre posate alla fine del 2019. L’obiettivo ambizioso è quello di posarne ogni anno tra le 12 e le 24. Le nuove pietre d’inciampo verranno posate tra il 15 e il 17 gennaio, nei giorni che precedono la Giornata della Memoria prevista per lunedì 27 gennaio.

I nomi

Questi i nomi che si potranno trovare: Codini, Corinaldi, Cuzzeri, Dolfi, famiglia Foà, Frigerio, Garotta Gentili, Giudici, famiglia Goldschmiedt, Lehmann, Lepetit, Pedretti, Provasi, Puecher, Rabinoff, Recalcati, Schivo, Suglia, famiglia Varon, Villa. Tutti cittadini milanesi che negli anni della dittatura nazi-fascista sono stati deportati e non hanno più fatto ritorno.

Tra di loro ci sono singoli e intere famiglie, professori, secondini che hanno aiutato gli ebrei a San Vittore, partigiani. Le pietre verranno poste di fronte alla casa nella quale ebbe ultima residenza un deportato nei campi di sterminio nazisti. Ne ricorda il nome, l’anno di nascita, il giorno e il luogo di deportazione e la data di morte.

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