Ennesimo sgombero quello che stamani la polizia e i vigili urbani hanno effettuato questa mattina in via Rubattino, alla periferia di Milano nel quartiere di Lambrate. Lì infatti come riporta Repubblica vivono circa 250 persone, accampate alla bell'e meglio tra roulotte, baracche e tende.
Nel campo nomadi sono stati trovati circa 150 immigrati romeni. Inoltre c'erano anche 45 minori. Assunta Vincenzi, una delle donne che avevano ospitato i bambini dopo il precedente sgombero, ha protestato:
"La maggior parte sono donne e bambini che lunedì prossimo dovrebbero andare a scuola. Avevano iniziato un percorso in diverse comunità di recupero e adesso questo sgombero rischia di vanificare tutti gli sforzi"
Anche Luciano Muhlbauer ha espresso le sue perplessità:
"E' stata sgomberata la baraccopoli rom di via Rubattino. E come al solito, oltre il 90% delle quasi 200 persone normalmente presenti, bambini compresi, è finita a vagare per le strade della metropoli e riemergerà in qualche altro tugurio malsano. Sono gli sgomberi senza alternative e senza senso, che amano tanto De Corato e la Lega, specie in campagna elettorale, e che si disinteressano perfino del destino dei bambini attualmente inseriti nelle scuole della zona […] Peraltro, De Corato, nel suo lungo comunicato di rivendicazione, non menziona nemmeno l'esistenza di bambini tra gli sgomberati"
Il vicesindaco invece ha precisato che:
"I cittadini, che da mesi sono stati tenuti sotto assedio da questi nomadi, mi stanno già inviando numerosi messaggi di ringraziamento per l'intervento, che proseguirà nei prossimi giorni"
Ci sono però anche molte persone, come la signora Vincenzi, che non sono dello stesso avviso. Un papà milanese, Guido Maffioli, ha raccontato sul portale Milanoxun'interessantissima testimonianza. Ve ne riportiamo alcuni stralci:
"Abito a Milano, nel quartiere Rubattino. Sono genitore di tre bambini in età scolare, come i figli di Florin, un papà rom. Erano sistemati – Florin e la sua numerosa famiglia – al campo in via Rubattino, quello sgomberato a novembre 2009. La loro famiglia come tutte quelle del campo ha subito la violenza delle ruspe e dello sgombero, scissione del gruppo familiare, senza destinazione abitativa stabile.
[…]
Quando vedo Florin la mia mano stringe la sua per un saluto, non va a stringere il mio portafoglio nella tasca dei pantaloni: ho di fronte un genitore, una persona che paga l'affitto e che tutti i giorni va a lavorare; non mi sfiora nemmeno l'idea che possa avere interesse a derubarmi.
[…]
Ci sono bimbi rom che hanno trascorso insieme alle famiglie dei propri compagni di classe gagi le prime vacanze fuori dal campo. Esperienze che vedo moltiplicarsi, concrete, quotidiane, basate su relazioni vere, e che riempiono di significato la parola integrazione.
[…]
La strategia degli sgomberi è superata nei fatti, è priva di ogni significato, anche pratico, non giova né alla sicurezza né alla legalità.
[…]
Oltre alla mano di Florin vorrei poter stringere quella di molti altri rom milanesi che sono lavoratori, inquilini, genitori, cittadini: mi sentirei meglio, mi sentirei più sereno nel far crescere i miei figli in questa città, avrei alcune persone in più da salutare nel quartiere e alcune in meno di cui aver paura"
Da leggere anche il contributo di Diana Santini, sempre pubblicato da Milanox.
L'integrazione è possibile. Se la si vuole, caro vicesindaco.