Guardando alle polemiche degli scorsi giorni sulla questione ambiente, e le relative notizie, poi smentite, legate a sanzioni con le quali l'Unione Europea avrebbe colpito Regione Lombardia, verrebbe da dire che "piove sul bagnato".
Tuttavia, potrebbero essere proprio pioggia e vento gli unici, seppur momentanei, antidoti all'inquinamento dell'aria di Milano. Se infatti dal 15 ottobre scatterà il blocco regionale dei veicoli diesel euro 2, non più tardi di giovedì a Milano si riaccenderanno circa 10 mila caldaie per altrettanti condomini dotati di riscaldamento centralizzato a gasolio.
Si stima che da ottobre 2009 ad aprile 2010 verranno prodotte ben 42 tonnellate di polveri sottili, il famigerato PM10, una quantità di veleno che costituisce il 35% dell'inquinamento totale cittadino; percentuale che molto probabilmente annullerà i benefici derivanti dal blocco del traffico.
Un problema che si ripropone ogni anno, testimone della situazione di stallo in tema di trasformazione degli impianti a metano, confermata dallo stesso assessore regionale alle reti e servizi di pubblica utilità Massimo Buscemi:
"Non abbiamo incentivato ma abbiamo censito gli impianti i riscaldamento e da questi dati ripartiremo — promette Buscemi – la prossima primavera ripartiremo con il pacchetto di incentivi per la sostituzione caldaie come nel 2005"
L'alterntiva del teleriscaldamento sta prendendo piede lentamente a Milano: sono 228 mila gli appartamenti raggiunti dal riscaldamento prodotto tramite vapor acqueo. Una strada da continuare a percorrere anche secondo l'assessore comunale Edoardo Croci:
"Lo scopo è eliminare la caldaia centralizzata con vantaggi in termini di costi che raggiunge anche i 1000 euro a famiglia, così si eliminano le combustioni del condominio e si risparmia in bolletta e spazio"
Il primo impianto di teleriscaldamento a biomasse è stato inaugurato la scorsa settimana a Cavenago Brianza.
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