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La passione per il mare non è data solo dal prendere il sole sulla spiaggia nel periodo estivo, ma si estende anche a escursioni naturali, marine e alla navigazione via mare con barche, navi e kayak. Negli ultimi anni sempre più persone si interessano della navigazione privata su barche e navi, optando per corsi dedicati che permettono di conseguire la patente più idonea alle proprie esigenze. Ma quando è obbligatorio averne una e quali sono i parametri da considerare per validità e rischi? Vediamo meglio di cosa si tratta.
Con il decreto del 10 agosto 2021 sono cambiate diverse regole per l’abilitazione alla conduzione di barche a vela o a motore. Bisogna, quindi, considerare alcuni parametri obbligatori prima di cimentarsi su una di esse. Prima di tutto la patente nautica per le imbarcazioni a motore è obbligatoria quando la potenza supera i 40.8 CV (30 kW) oppure la cilindrata supera i 750 cc. Se invece vi è un sistema a carburazione o a iniezione a due tempi è necessaria per le imbarcazioni di 1000 cc, a 4 tempi fuoribordo/entrobordo a 1300 cc; mentre se è diesel sovralimentato o non sovralimentato bisogna considerare i 2000 cc. A ciò si aggiunge un caratteristica indispensabile, la patente nautica è obbligatoria per tutte le navi che percorrono una distanza superiore alle 6 miglia dalla costa.
Con la regolamentazione attuale, una patente nautica ha valenza di 10 anni per coloro che la conseguono entro i 60 anni, mentre per gli over 60 bisogna considerare un lasso di validità di 5 anni.
Tantissime persone con una buona conoscenza della navigazione si imbarcano ugualmente e si affidano alla loro esperienza per spostarsi da un punto all’altro della costa. Un comportamento di questo genere però è controproducente, dato che chi conduce un’imbarcazione senza rinnovare la patente rischia una sanzione amministrativa da 50 a 500 euro.
Rischio maggiore è per chi non ha mai conseguito la patente nautica, infatti, in questo caso la sanzione amministrativa può variare da 2.066 a 8.263 euro, con annesso raddoppio dell’onere se l’imbarcazione dovesse essere una nave da diporto con una lunghezza superiore a 24 metri.
L’importanza di avere un documento che certifichi la propria idoneità alla guida di una nave è essenziale, ma è altrettanto rilevante scegliere la patente idonea al proprio obiettivo. Si possono scegliere tre categorie di patente: categoria A, categoria B e categoria C.
Tutte le patenti nautiche di categoria A e C consentono l’abilitazione al comando da diporto per navi a motore e a vela.
Affinché si possa conseguire la patente nautica è necessario affidarsi a una scuola di vela specializzata o consegnare i documenti e la richiesta direttamente alla Motorizzazione Civile.
L’iter canonico consiste nell’iscriversi negli Uffici provinciali della Motorizzazione oppure negli Uffici marittimi che possono candidare i futuri naviganti.
Sebbene si possa intraprendere un percorso autonomo di iscrizione per conseguire la patente nautica, è consigliabile affidarsi a una scuola di vela specializzata come Vivere la Vela, che dal 1983 si occupa delle pratiche nell’area di Milano per gli appassionati di navi, barche e tutto ciò che riguarda la navigazione via mare. La scuola, affiliata FIV, offre corsi per la patente nautica, crociere, regate, escursioni ed eventi a Milano, Como e La Spezia.
Seguire corsi specializzati permette non solo di velocizzare l’apprendimento per le norme di sicurezza e di corretta navigazione, ma consente anche di imparare tecniche e modalità di controllo delle imbarcazioni grazie alla guida di personale competente.
Le patenti nautiche vengono divise principalmente in: soluzioni dopo le 12 miglia dalla costa ed entro le 12 miglia dalla costa.
Esistono poi le patenti di categoria C, dedicate a portatori di handicap che consentono di condurre un’imbarcazione fino a 24 metri, con a bordo almeno un’altra persona di età pari o superiore a 18 anni, sia quest’ultima patentata o meno. Tale condizione è dovuta al fatto che la persona normodotata deve essere in grado di svolgere le funzioni manuali indispensabili per la conduzione del mezzo. La stessa unità però dovrà essere minuta di dispositivi elettronici funzionali all’individuazione della persona, con annessa disattivazione del pilota automatico o l’arresto dei motori, nel malaugurato caso di caduta in mare.
Con il nuovo decreto è stata introdotta anche la patente D, con la nomenclatura “abilitazione speciale al comando di natanti e imbarcazioni da diporto” che definisce alcune caratteristiche dello scafo, come la potenza dei motori o le distanze dalla costa. Non è sicuramente la soluzione ideale per chi vuole godersi una navigazione da soli, ma in specifiche condizioni di immobilità può essere la soluzione migliore per trascorrere qualche ora in mare.
In conclusione si può affermare che la patente nautica è un documento molto importante per chi vuole spostarsi in mare. I rischi amministrativi, ma soprattutto nella sicurezza degli altri naviganti, sono enormi ed è opportuno seguire corsi di formazione funzionali a una corretta interazione con il proprio mezzo. La migliore opzione è affiancarsi a una scuola specializzata che consente di velocizzare l’apprendimento e di svincolare l’utente dalle noiose pratiche burocratiche.