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Andrée Ruth Shammah, direttrice e fondatrice del Teatro Franco Parenti, è una figura di spicco nel panorama culturale milanese. La sua mente è un vortice di idee e progetti, un continuo rimescolamento di pensieri che la spinge a cercare nuove strade per il teatro. In un’intervista esclusiva, Shammah ci racconta la sua visione per il futuro del teatro, un luogo che deve parlare al pubblico senza cadere nella demagogia.
Il 7 ottobre è una data che ha segnato profondamente Shammah, un giorno in cui ha riscoperto la sua identità e il suo legame con la comunità. Questo evento ha innescato una riflessione profonda su cosa significhi essere un leader culturale in un contesto in continua evoluzione. “Dopo un periodo in cui ho voluto essere visionaria, è giunto il momento di pensare a chi verrà dopo di me”, afferma con determinazione. La sua attenzione si è spostata dalla creazione alla continuità, un passaggio cruciale per garantire la sopravvivenza e la crescita del teatro.
Shammah non si limita a gestire il teatro, ma lo immagina come un laboratorio di innovazione. “La continuità non significa ripetizione”, sottolinea, mentre discute dei progetti per la stagione 2025/2026. La sua capacità di anticipare le tendenze e di coinvolgere artisti e pubblico è ciò che rende il Teatro Parenti un punto di riferimento a Milano. Con una programmazione che abbraccia diverse forme d’arte, Shammah mira a creare un ambiente inclusivo e stimolante, dove ogni voce possa essere ascoltata e valorizzata.