Presentato il libro autobiografico di Paolo Rossi, calciatore campione del mondo con la Nazionale nel 1982.
E’ proprio a quell’avventura che esaltò i tifosi di tutta Italia è legato il tema del libro, intitolato “1982 – Il mio mitico Mondiale”
Paolo Rossi, in arte Pablito, il 1982 e la vittoria del Mondiale spagnolo. Questo trittico magico è il protagonista del libro presentato alla Feltrinelli di Piazza Piemonte a Milano: “1982 – Il mio mitico Mondiale”, scritto dall’ex campione di Vicenza e Juventus, ma soprattutto della Nazionale e ora commentatore sportivo.
Un’opera a quattro mani, che ha visto il contributo prezioso, in fase di stesura, della moglie del calciatore, Federica Cappelletti, che peraltro ha da poco partorito una bambina, che la famiglia ha chiamato Sofia. Ma è stato lo stesso Rossi a raccontare il libro. “Il titolo, ovviamente, “1982 – Il mio mitico Mondiale” è abbastanza eloquente, nel senso che è quel periodo lì e oltre a quel periodo, cioè al Mondiale dell’82, racconto un po’ quello che sto facendo oggi, cioè la mia vita di oggi, in più ci sono tutte come dire tantissimi racconti di italiani che hanno vissuto quel periodo, perché tutti si ricordano bene o male in quel periodo cosa facevano in quel momento dov’erano, con chi erano”.
A interloquire con Rossi alla presentazione il noto giornalista sportivo Gigi Garanzini, mentre ancora è Pablito a ripercorrere il suo gol più importante e il momento più bello di quel Mondiale. “In assoluto il più importante per me è stato il primo, quello contro il Brasile, perché è stato un gol liberatorio. Mi ha liberato da un sacco di dubbi, problemi, io venivo da un periodo sicuramente difficile, delicato, non riuscivo a segnare.
Il momento ovviamente quando è finito. Quando è finito io ho guardato al cielo, ho guardato tutte le bandiere dell’Italia in quello stadio, tutta la gente che era entusiasta, che festeggiava, e quello per me è stato un momento incredibile, perché in quel momento si pensa che tu stai rappresentando bene o male tutti gli italiani, dalla Sicilia alla Val d’Aosta. E quella forse è la cosa più bella”.