Che ne sarà del Milan se il Lodo Mondadori, come prevedibile, si abbatterà come un maglio sulla famiglia Berlusconi? Il patron rossonero venderà il ‘gioiello di famiglia’? E se sì, a chi? Arriverà il ‘signor Ferrero’, che già in passato si era dimostrato interessato all’acquisto del club rossonero, oppure si presenterà il russo o l’arabo di turno? Da Milan diventerà ‘Abu Milan’? E che Milan sarà? Riusciranno i tifosi milanisti a sopravvivere allo schock di non vedere più la brillante fronte del premier specchiarsi nella sala trofei di via Turati?
Le domande che si pone chi ama il ‘diavolo’ in queste ore sono tante, ma è bene sgombrare subito la nostra mente da dubbi e sciocche paure.
Personalmente, saluterei positivamente l’addio di Silvio Berlusconi, anche se in cuor mio lo vorrei sempre (oppure, dopo di lui, la dolcissima Barbarella), sulla tolda di comando. E’ vero, il Berlusca ha garantito sempre passione (interessatissima), dané e desiderio/necessità di avere una squadra vincente. Come presidente è stato forse il più grande di sempre, ma non l’unico, non dimentichiamolo, ad avere fatto grande questa squadra. Ricordo che fu Umberto Trabattoni, negli anni ’50, a riportare lo scudetto alla Milano rossonera (creando dal niente il Gre-No-Li) e poi Andrea Rizzoli buttò le basi del grande Milan europeo degli anni ’60.
Due leggende della scrivania milanista, che Berlusconi ha saputo superare. Certo, mi piacerebbe che il Milan rimanesse in mani ‘lombarde’ (meglio, milanesi), non tanto per un inesistente orgoglio ‘padano’, quanto proprio per quel legame nostalgico che lega da sempre il Milan… alla nebbia, al Naviglio e al panettone. E così sogno che un Buslenghi, un Cavenaghi, un Galimberti qualsiasi si presenti in tivù e dica: “Ueilah, nani, in coeu g’hu ciapà el Milan…
su, su, ‘ndemm a lavuraa suebit…”. Abbraccerei la televisione senza staccarmene più… sarebbe bellissimo. Che, più o meno, è quello che è successo durante l’epoca Berlusconi. Però, rispetto a questo periodo, quanto meno si tornerebbe a capire che ‘può esistere’ un Milan ‘senza di lui’. Anzi, il Milan è ‘sempre esistito’ anche ‘prima di lui’. E molto male ha fatto, il buon Silvio, a staccare dalle stanze di Milanello le foto del Milan vincente in bianco e nero, quello con il ‘Gianni’ che solleva il Pallone d’Oro.
Perché il Milan ha vinto, e tanto, anche a.S. (avanti Silvio) ma, soprattutto, il Milan non si tifa perché vince, ma lo si tifa e basta, a.S e d.S. Dovunque, comunque e con qualsiasi presidente. Sperando, ovviamente, che dal Sud Africa non torni Giussy Farina…