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Scandalo al San Carlo: meglio operare malati "extracittadini", si guadagna di più

L'altro ieri il direttore della day surgery dell'ospedale San Carlo ha fatto circolare tra primari e medici una comunicazione interna sul taglio delle sale operatorie. Ecco in sintesi il testo:

Cari colleghi,
la direzione sanitaria mi ha imposto una cospicua riduzione del numero delle sale operatorie della day surgery per i prossimi mesi di novembre e dicembre. La motivazioneaddotta è la necessità di di usufruire di quelle sale "per operare pazienti fuori budget entro la fine dell'anno"…Il già notevole numero di pazienti in attesa subirà un ulteriore e pesante aumento.

Cosa significa questa comunicazione? E' presto detto. La fine dell'anno si avvicina ed è tempo di bilanci, così per raccimolare qualche soldo velocemente rientrando nel budget si privilegiano interventi chirurgici su malati che che arrivano da fuori Lombardia, le cui spese sanitarie sono a carico della regione di provenienza e quelli oncologici, per i quali non c'è limite di spesa.

Detto fatto, le casse dell'azienda ospedaliera tirano un sospiro di sollievo senza pesare sulle finanze del Pirellone. Però l'ospedale San Carlo ha sede a Milano, in via Pio II per l'esattezza, e allora non dovrebbe pensare prima ai pazienti milanesi? A quanto pare no, loro possono aspettare, le liste d'attesa si allungano a dismisura, le operazioni di routine spostate all'anno nuovo, quando ci saranno nuovi fondi, i ricoveri non urgenti lasciati in stand-by.

Bel modo di dare credibilità alla sanità pubblica. Senza considerare che il suddetto San Carlo è recentemento passato agli onori della cronaca per un altro grave fatto: la chiusura di cinque sale operatorie e l'accorpamento di due reparti, Chirurgia e Gastroenterologia, per mancanza di infermieri e fondi insufficienti. Non bastano mai questi soldi.

E' vero che taglia di qua e taglia di là la spesa pubblica a livello nazionale, non è che la sanità locale navighi esattamente nell'oro, ma nemmeno raggirare in questo modo gli ostacoli a discapito dei cittadini. Pratica che per di più non è nuova, ma già rodata anche in altre strutture della Lombardia. Quindi è il solito vecchio detto del "il fine giustifica i mezzi"? E se in questo caso il fine già di per sè non è nobile, non sforare il tetto di budget imposto, i mezzi lo sono ancora meno, perchè si gioca con le necessità di una persona malata. Però come sempre se lo fanno in molti, alla fine l'escamotage è tollerato da tutti. E questo fa molto riflettere.

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