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Tra il 2025 e il 2029, la Lombardia si prepara a subire un colpo significativo con un taglio di 1 miliardo di euro da parte del governo nazionale. Questa decisione, denunciata dal Partito Democratico lombardo, è stata definita un “contributo alla finanza pubblica” e prevede un incremento progressivo dei tagli, partendo da 140,7 milioni nel 2025 fino a raggiungere 228,99 milioni nel 2029. A questi si aggiungono ulteriori 406 milioni di euro destinati ai comuni lombardi, creando un quadro preoccupante per le finanze locali.
Questi tagli non si limiteranno solo alle spese correnti, ma colpiranno anche gli investimenti. Si stima che 96 milioni di euro saranno sottratti alla Regione tra il 2027 e il 2032, con un impatto diretto su progetti infrastrutturali vitali. Ad esempio, il prolungamento della metropolitana M1 fino a Monza subirà una riduzione di 7 milioni di euro, mentre la metropolitana leggera di Brescia perderà 3 milioni.
Questi tagli mettono a rischio la qualità dei servizi pubblici e la mobilità dei cittadini.
Oltre ai tagli diretti, la Lombardia dovrà affrontare ulteriori sfide economiche. Il governo ha previsto un taglio dell’80% dei contributi per il settore automotive e l’estensione della web tax alle piccole e medie imprese digitali. Queste misure, secondo le dichiarazioni di esponenti del Partito Democratico, potrebbero portare la regione verso una recessione.
Pierfrancesco Majorino, capogruppo del Pd al Pirellone, ha sottolineato come la Lombardia stia perdendo la sua ambizione di essere la locomotiva dell’Italia, mentre Antonio Misiani, senatore bergamasco, ha evidenziato come i dati Istat mostrino un arresto dell’economia nel terzo trimestre.
Le reazioni a questi tagli sono state forti e unanimi tra i membri del Partito Democratico. Silvia Roggiani, deputata e segretaria regionale del Pd, ha espresso preoccupazione per l’assenza di una risposta adeguata da parte della giunta regionale.
Le famiglie e le imprese lombarde si trovano ora di fronte a un futuro incerto, con la necessità di affrontare spese crescenti per l’efficientamento energetico e la ristrutturazione degli edifici, mentre le detrazioni fiscali si riducono drasticamente.