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La giunta di Sesto San Giovanni, composta da esponenti di centrodestra, ha recentemente preso una decisione che ha suscitato un acceso dibattito: intitolare una piazza a Sergio Ramelli ed Enrico Pedenovi, due figure storiche del Movimento Sociale Italiano (Msi) uccisi rispettivamente nel 1975 e nel 1976. Questa scelta è stata approvata dopo il parere favorevole della commissione toponomastica, su richiesta del circolo culturale “Il Tricolore”. L’inaugurazione della piazza è prevista per il 28 novembre, un evento che vedrà la partecipazione di figure politiche di spicco, tra cui Ignazio La Russa, presidente del Senato.
La decisione di intitolare un luogo a Ramelli e Pedenovi ha sollevato polemiche, in particolare da parte di Michele Foggetta, ex candidato sindaco del centro-sinistra. Foggetta ha criticato la scelta, proponendo invece di onorare tutte le vittime del terrorismo, sottolineando che gli anni di piombo hanno causato la morte di quasi 500 persone, tra cui civili e militanti di diverse ideologie. Questa proposta ha messo in luce le divisioni politiche e le diverse interpretazioni della storia recente italiana, evidenziando come la memoria storica possa essere un terreno di scontro.
In risposta alle critiche, il circolo “Il Tricolore” ha difeso la propria iniziativa, affermando che l’intitolazione non è di parte, ma rappresenta un tentativo di riconoscere la storia di figure che hanno avuto un ruolo significativo nel contesto politico italiano degli anni ’70. Inoltre, il circolo ha sottolineato che ha proposto anche l’intitolazione di luoghi a personalità come il partigiano Giovanni Sacchi e i giuslavoristi Massimo D’Antona e Marco Biagi, cercando così di dimostrare un approccio inclusivo alla memoria storica.
Questo evento non è solo un’intitolazione, ma rappresenta un momento di riflessione per Sesto San Giovanni e per l’Italia intera. La scelta di onorare Ramelli e Pedenovi, figure controverse, invita a una discussione più ampia sulla memoria, l’identità e il significato del passato. In un’epoca in cui le divisioni politiche sembrano acuirsi, la giunta di Sesto San Giovanni ha scelto di prendere una posizione chiara, che potrebbe avere ripercussioni significative sul dibattito pubblico e sulla percezione della storia recente nel paese.