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Il Comune di Milano ha deciso di costituirsi parte civile nel processo che coinvolge il vecchio gestore del Centro di Permanenza per i Rimpatri (Cpr) di via Corelli. Questa decisione è stata annunciata in vista dell’udienza preliminare fissata per il 18 dicembre. Il consigliere Carlo Monguzzi ha commentato l’approvazione di un ordine del giorno che non solo richiede la costituzione di parte civile, ma anche ogni possibile iniziativa di sostegno politico e istituzionale alle parti offese.
Questo passo rappresenta un chiaro segnale dell’impegno del Comune nella difesa dei diritti dei migranti e nella tutela della dignità umana.
Le associazioni Naga e Befree erano già state ammesse come parti civili, insieme a due migranti ospiti del centro. Durante l’udienza preliminare, il gup Mattia Fiorentini ha formalizzato la richiesta di patteggiamento dell’ex amministratore del Cpr, Alessandro Forlenza, accusato di frode in pubbliche forniture e turbativa d’asta.
Le inchieste hanno rivelato gravi violazioni dei diritti umani all’interno del Cpr, con servizi di mediazione linguistica, medici e psicologici praticamente assenti. Inoltre, la qualità del cibo era scarsa e mancavano attività ricreative per i migranti.
Attualmente, il Cpr è ancora sotto commissariamento e si prevede la sua riattivazione. Una gara da 7,7 milioni di euro per la gestione ha visto la partecipazione delle cooperative Ekene e Sanitalia.
Il nuovo gestore avrà il compito di gestire la struttura per un periodo di 24 mesi, con possibilità di proroga per ulteriori 12 mesi. Questa situazione solleva interrogativi sulla qualità dei servizi che verranno offerti e sulla reale tutela dei diritti dei migranti, un tema di fondamentale importanza per la società civile e le istituzioni.