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Il 31 ottobre, un gruppo di inquilini delle case di proprietà del Pio Albergo Trivulzio ha organizzato una manifestazione davanti alla sede dell’ente per esprimere il proprio dissenso contro gli sfratti programmati. Gli inquilini, supportati dai sindacati della casa, hanno chiesto di fermare non solo gli sfratti già deliberati, ma anche quelli in fase di approvazione. La decisione dell’ente di cedere 800 case a prezzi calmierati al fondo immobiliare Invimit Sgr ha sollevato preoccupazioni tra gli inquilini, che temono un aumento dei canoni di affitto.
Durante la protesta, Alessandro Manca, coordinatore dei comitati del Pio Albergo Trivulzio, ha sottolineato che 39 sfratti sono stati deliberati a giugno, di cui 34 per finita locazione. “Riteniamo che questi sfratti non debbano avvenire”, ha affermato Manca, evidenziando la mancanza di comunicazioni chiare da parte del fondo Invimit. Bruno Cattoli, segretario milanese dell’Unione Inquilini, ha aggiunto che le azioni unilaterali del fondo, come le delibere per sfratti, sono state effettuate senza un adeguato confronto con gli inquilini.
Marco Bistolfi, della segreteria Sicet, ha evidenziato l’importanza di aprire un dialogo con il fondo Invimit, che ha finora rifiutato di confrontarsi con i rappresentanti degli inquilini. “Le procedure di verifica catastale sono state effettuate senza pre-informazione, creando confusione e ansia tra gli inquilini”, ha dichiarato Bistolfi. Inoltre, i sindacati hanno chiesto un incontro per discutere il rinnovo dei contratti d’affitto, ma non hanno ricevuto risposte.
Carmelo Benenti, segretario generale del Sunia Milano, ha avvertito che l’uscita delle famiglie dalle case aggraverebbe ulteriormente l’emergenza abitativa nella città.
Attualmente, gli sfratti programmati per agosto sono stati rinviati, e i manifestanti sperano che questa sia un’opportunità per ritirare gli sfratti per finita locazione o, almeno, per rimandarli ulteriormente. La situazione rimane tesa, con gli inquilini che chiedono garanzie per il loro futuro abitativo e la possibilità di rimanere nelle loro case a canoni sostenibili.
La protesta al Pio Albergo Trivulzio rappresenta un campanello d’allarme per le autorità, che devono affrontare una questione abitativa sempre più critica.