Argomenti trattati
Recenti indagini della Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Milano hanno portato alla luce un vero e proprio mercato nero delle informazioni riservate nel mondo dell’imprenditoria italiana. Il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo ha descritto l’operazione come una scoperta allarmante, evidenziando come un gruppo di individui abbia messo in atto un sistema di spionaggio altamente sofisticato, mirato a ottenere informazioni sensibili su imprenditori influenti. Questo gruppo, attivo dal 2020, ha generato profitti illeciti per centinaia di migliaia di euro, sfruttando la vulnerabilità delle banche dati e le competenze informatiche di hacker esperti.
Secondo le indagini, il gruppo operava attraverso intercettazioni illecite e accessi abusivi a sistemi telematici. I membri dell’associazione, tra cui l’ex “super poliziotto” Carmine Gallo, utilizzavano tecnologie avanzate per infiltrarsi in banche dati istituzionali e raccogliere informazioni riservate. Le richieste provenivano da clienti facoltosi, desiderosi di ottenere vantaggi competitivi nel mercato globale. Per soddisfare queste richieste, i membri del gruppo non si limitavano a raccogliere dati, ma ricorrevano anche a metodi di corruzione e coercizione, creando un clima di paura e intimidazione.
Le autorità hanno già eseguito sei misure cautelari, con quattro arresti domiciliari e due misure interdittive. Le accuse mosse dalla Procura di Milano includono associazione per delinquere, accesso abusivo a sistemi telematici e intercettazione illecita. Melillo ha sottolineato che l’indagine è solo all’inizio e che ci vorrà tempo per comprendere appieno l’estensione di questa rete di spionaggio. La scoperta di questo mercato clandestino delle informazioni riservate ha sollevato interrogativi su come proteggere i dati sensibili e garantire la sicurezza delle informazioni nel contesto imprenditoriale italiano.