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Occupazione dell’ex Agorà di Milano: eventi e proteste contro le Olimpiadi
Venerdì mattina, l’ex Agorà del ghiaccio di Milano, situata in via dei Ciclamini, è stata occupata da attivisti del “Cio – Comitato insostenibili olimpiadi”.
Questa azione è parte di una serie di eventi che si svolgeranno per tre giorni, denominati “Utopiadi”. Gli attivisti hanno dichiarato che l’occupazione è una risposta alle problematiche legate alle Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026, evidenziando il rischio di un ulteriore spreco di risorse e di un impatto negativo sulla vita quotidiana dei cittadini.
Il primo evento delle “Utopiadi” è programmato per le 18 di venerdì. Gli attivisti hanno portato all’interno della struttura diverse casse di birra e acqua, creando un’atmosfera festiva ma al contempo di protesta.
L’obiettivo è quello di attirare l’attenzione su come le Olimpiadi possano trasformare Milano in un “eventificio”, aggravando le già complesse condizioni di vita per molte persone. La scelta di occupare un luogo simbolico come l’ex Agorà non è casuale; rappresenta un tentativo di riappropriarsi degli spazi pubblici e di dare voce a chi si sente escluso dalle decisioni che riguardano la città.
Gli attivisti hanno espresso preoccupazione per il fatto che, a distanza di undici anni dall’Expo, le Olimpiadi possano ripetere gli stessi errori, portando a un aumento dei costi della vita e a una maggiore gentrificazione.
“Le Olimpiadi non sono solo un evento sportivo, ma un’opportunità per le istituzioni di investire in progetti che spesso non tengono conto delle necessità dei cittadini”, hanno affermato. La loro azione si inserisce in un contesto più ampio di lotte sociali e ambientali, dove la richiesta di una gestione più sostenibile delle risorse è sempre più urgente.
Nei giorni precedenti all’occupazione, l’ex stadio del ghiaccio aveva già fatto notizia a causa di un principio d’incendio, prontamente domato dai vigili del fuoco.
Questo episodio ha sollevato interrogativi sulla sicurezza della struttura, che è attualmente chiusa in attesa di riqualificazione e nuova gestione. Gli attivisti, pur consapevoli dei rischi, hanno deciso di procedere con l’occupazione, sottolineando che la loro azione è pacifica e mira a stimolare un dibattito pubblico sulle Olimpiadi e le loro conseguenze.