Rosario Pantaleo, consigliere del Partito Democratico a Palazzo Marino, ribatte alle accuse implicite mosse dai magistrati riguardo alla sua presunta sottovalutazione del fenomeno del tifo organizzato e alla sua presunta ingerenza da parte dei dirigenti dell’Inter.
Il politico non accetta le critiche espresse, in particolare nell’inchiesta ‘Doppia Curva’, e riporta che i media hanno solo trasmesso le posizioni dei pubblici ministeri. Pantaleo precisa che la commissione antimafia da lui guidata non avrebbe minimizzato le dinamiche relative alla leadership dei tifosi dell’Inter, i quali sarebbero più interessati ai guadagni derivanti dalla rivendita dei biglietti piuttosto che al bene del club.
Pantaleo ha mostrato una forte determinazione durante la seduta consiliare.
Ha cercato di chiarire le vicende occorse prima, durante e dopo la riunione della commissione. Tuttavia, il tempo a disposizione è stato limitato, costringendo la presidente Elena Buscemi a interrompere il suo intervento. Successivamente, si è sfogato con i giornalisti presenti, condividendo il suo punto di vista sulla situazione.
I pubblici ministeri, durante la richiesta di misure cautelari al giudice per le indagini preliminari, hanno fatto riferimento alla riunione della commissione antimafia svoltasi il 15 marzo.
Il verbale di quella seduta era stato inviato alla procura da Pantaleo stesso, per una questione di correttezza. Hanno messo in relazione le testimonianze di due dirigenti dell’Inter, Adriano Raffaelli, presidente dell’organismo di vigilanza del club, e Gianluca Camerucio, responsabile senior della sicurezza, con le intercettazioni telefoniche a loro riguardo. I pm hanno evidenziato presunti contrasti, concludendo che i manager avrebbero dimostrato ai consiglieri comunali una “completa sottovalutazione” del giro d’affari relativo a biglietti e parcheggi.
In tal modo, è stata presentata alla commissione una visione piuttosto distorta della situazione.
“Non sottovalutiamo nulla”
Tale valutazione non è stata gradita a Pantaleo, il quale ha voluto chiarire che l’uso del termine “sottovalutazione” suggerisce l’idea di un “presidente incapace”, ma lui non si considera affatto tale. Ha anche comunicato alla procura l’imminente svolgimento della seduta, lamentando la mancanza di indicazioni su quali domande porre ai due dirigenti. “Noi non sottovalutiamo”, ha affermato il consigliere del PD, “perché sottovalutare implica ignorare una realtà.
Dovrei credere che ogni cosa che mi viene detta sia falsa?”.
La commissione è necessaria per chiarire i fatti.
In merito alla questione se la riunione della commissione sia risultata utile, nonostante le affermazioni dei dirigenti dell’Inter sembrassero non veritiere, Pantaleo ha risposto affermativamente. Ha sottolineato che è stata una valida opportunità per verificare se le dichiarazioni fatte durante la sessione corrispondessero alle indagini in atto. Ha concluso con una difesa della commissione antimafia, affermando: “Anche senza poteri aggiuntivi, la nostra presenza rappresenta un segnale che indica ‘noi, come Comune, ci siamo e stiamo monitorando’ su varie questioni, dai beni confiscati ai problemi fiscali”.