Al raduno della Lega a Pontida, Alessandro Verri, portavoce del gruppo, si è trovato coinvolto in cori ostili verso Antonio Tajani, leader di Forza Italia.
Tra i giovani presenti, alcuni hanno cantato frasi provocatorie come “Tajani vaff…” e mostrato uno striscione che metteva in discussione il suo operato, definendolo “scafista” a causa della proposta dello Ius Scholae, ossia di concedere la cittadinanza agli stranieri dopo un percorso scolastico in Italia.
Sul palco, Salvini ha richiamato l’attenzione del pubblico, che ha anche espresso dissenso verso Roma e i meridionali.
Tra i partecipanti, si è notata la figura di Verri, 29 anni, già con un percorso politico significativo: eletto al Municipio 4 nel 2016, ha poi ottenuto un seggio in Piazza Scala nel 2021, fautore di un consenso personale considerevole.
Si narra che Tajani, vedendo lo striscione, abbia inviato un messaggio a Matteo Salvini con la domanda “ti pare una cosa normale?”. In seguito, il leader della Lega si sarebbe scusato con Tajani, ma dal palco di Pontida non ha esitato a dire la sua: “Non siamo qui per scherzare, ci sono abbastanza parchi giochi in giro; se qualcuno non ha capito, se ne può andare”.
Ha liquidato l’episodio definendo i responsabili “quattro o cinque scemi” che avevano esagerato. È stata una tirata d’orecchie che è stata accettata senza tentativi di giustificazione da parte degli interessati. Verri, indossando una maglietta con la scritta “Milano capitale”, ha riconosciuto di aver gestito male la situazione, dichiarando: “Sì, sono un po’ scemo.” E potrebbe essere finita lì.
Per quanto riguarda Verri, la sua carriera è segnata anche da una polemica con Roberto Salis.
Dopo aver conseguito la laurea in scienze politiche alla Cattolica, ha fatto il consigliere municipale e ha supportato l’ex consigliere Riccardo Pase in consiglio regionale. Fino alla scorsa estate (non sono disponibili informazioni più recenti), deteneva il primato per il numero di “interrogazioni” alla giunta di Milano, ben 237 dal ottobre 2021. Sempre quest’estate, una disputa lo ha coinvolto con Roberto Salis, padre della neoeletto al Parlamento europeo Ilaria.
Questo episodio è nato quando alcuni giovani della Lega avevano esposto uno striscione davanti alla casa di Salis a Monza, etichettando la ex detenuta di Budapest come “abusiva” e “vergogna di Monza”. Roberto, a sua volta, ha denunciato i militanti leghisti, mentre Verri lo ha accusato di “atto intimidatorio”.