Chiaravalle potrebbe entrare a far parte del patrimonio mondiale.
La notizia viene dal Municipio 5 che ha dato il via a un’analisi preliminare per presentare la candidatura del borgo. Si intende mettere in luce la storia del luogo, l’ambiente di campagna, le antiche tecniche di coltivazione, le fattorie e ovviamente l’Abbazia cistercense. Chiaravalle, quindi, potrebbe essere proposto come sito patrimonio dell’Unesco. Il progetto è stato avallato dal consiglio del Municipio 5 che ha deciso di iniziare con l’analisi preliminare per la candidatura.
Solo Andreana De Franceschi, esponente della Lega, si è astenuta dal votare la delibera. Chiaravalle, borgo antichissimo (la delibera, forse con qualche eccesso, lo identifica come “il più vecchio di Milano”), si è sviluppato intorno all’Abbazia costruita nel 1135 dai monaci cistercensi, un autentico gioiello di architettura sacra noto ben oltre i confini della Lombardia. Questo borgo ha resistito all’espansione urbana, conservando un’atmosfera antica e agreste, testimoniata dalle fattorie presenti (da Nosedo a San Bernardo), e si trova all’interno della cosiddetta Valle dei Monaci, un percorso di circa 65 km da Milano verso sud.
Il borgo fa parte del Parco Agricolo Sud, che custodisce le tecniche agricole “tradizionali e sostenibili” introdotte dai monaci (la storia del Grana Padano racconta che fu proprio a Chiaravalle che venne inventato), contribuendo a “preservare la biodiversità”. Simplicemente, “un patrimonio agricolo insostituibile”. Si tratta del primo passo
Non è sorprendente che il Comune di Milano e il Municipio 5 stiano considerando la candidatura di Chiaravalle come patrimonio dell’umanità. Tale proposta godrebbe del sostegno di una vasta minoranza dei residenti, che attualmente sono oltre un migliaio.
Tuttavia, il processo per ottenere il riconoscimento UNESCO è arduo e intricato. La prima fase sarà l’analisi di prefattibilità.