La tensione sale sull’argomento stadio di San Siro, dopo una dichiarazione del sindaco di Milano, Beppe Sala, il presidente del Senato, Ignazio La Russa ha risposto.
La discussione continua a ruotare attorno a San Siro. Il sindaco ha detto durante un evento milanese: “Il presidente del Senato è entrato con la sua proposta per due stadi, anche se ha provato a discutere con entrambe le squadre, non ha ottenuto risultati. Speculare su una questione di così grande importanza per la città non è degno di un presidente del Senato. Dovrebbe avere il coraggio di ammettere di aver fallito, invece di addossare tutta la colpa al sindaco,” e poi ha aggiunto: “Sto perdendo la pazienza con questi arroganti sapientoni che pensano di sapere tutto.
Mi piacerebbe vederli all’opera, messi alla prova dai fatti”.
La Russa non ha perso tempo e ha replicato: “Mi sorprende che Sala non si sia accorto che per pura formalità istituzionale non ho mai fatto riferimento direttamente a lui, ma sempre alla giunta, attribuendo quindi la responsabilità non a lui ma all’eterogeneità di coloro che lo supportano e che gli rendono difficile prendere decisioni – ha detto La Russa al Corriere della Sera -.
È un complimento non richiesto. Se avesse prestato attenzione, avrebbe dovuto ringraziarmi”.
“Non avevo intenzione di lodare, ma mi trovo costretto a sottolineare ancora una volta che non ho menzionato deliberatamente Sala – continua -. La sua improprietà, se ce n’è una, è il suo consenso a assumere il ruolo di sindaco con tale coalizione: con gli ecologisti e simili che spingono in una direzione, e con gli altri che tirano dalla parte opposta.
In questo contesto, l’unica tattica sarebbe rimuovere la questione dal campo di gioco e addossare la responsabilità all’uomo malvagio di destra, che invece è sempre stato onesto con lui”. Il presidente del Senato sostiene che “al Comune avrebbe semplicemente dovuto rendere chiaro fin dall’inizio a Milan e Inter che San Siro non avrebbe dovuto essere demolito in nessuna circostanza. Proprio come la maggioranza dei cittadini di Milano la pensa allo stesso modo.
Quando si pensa a Milano nel mondo, si pensa al Duomo, alla Scala e a San Siro. Tutto il resto viene dopo. Ecco perché ho preso l’iniziativa di intervenire già nel 2019″.
Introduzione
In mezzo al caos di dichiarazioni, supposizioni e progetti, la questione San Siro persiste. Proprio ieri, dopo la riunione ‘La grande Milano. Dimensione smart city’, Sala ha annunciato che una delle proposte in discussione è di mettere in vendita il Meazza dopo il 2030, se Inter e Milan lo rifiutassero definitivamente.
“Il contratto di locazione dello stadio con i club scade a giugno del 2030”, ha precisato il sindaco: “È evidente che anche loro, se non desiderano rimanere lì, non possono dare per scontato che gli rinnoveremo il contratto. Inoltre, faremo così un torto a un bene della comunità. Se invece desiderano la sua ristrutturazione, saremmo tutti contenti”.