Il piano per potenziare ricerca e innovazione in Lombardia prevede un investimento di 1,4 miliardi di euro nel corso dei prossimi tre anni.
Questo denaro proviene non solo dalla regione Lombardia, ma anche da risorse nazionali, europee e private. Questo enorme investimento nel settore è volto a stimolare le università e le istituzioni di ricerca a sfruttare i rapidi cambiamenti globali e a sostenere le aziende nel loro processo di innovazione. Il piano, che è stato proposto da Alessandro Fermi, assessore alla ricerca, è stato ratificato dal consiglio regionale con 44 voti favorevoli e 19 contrari.
Il piano indica le politiche di sviluppo del settore per i prossimi tre anni, dal 2024 al 2026. Cercherà anche di creare un ‘forum regionale’ per promuovere una maggiore partecipazione delle parti interessate all’innovazione, comprese le associazioni di categoria, le università e i centri di ricerca privati.
L’adozione di misure che favoriscano lo sviluppo sostenibile e la digitalizzazione sarà il fulcro delle iniziative future. Il piano mira a migliorare la reattività e l’adattabilità del settore della ricerca di fronte alle variazioni economiche e produttive.
Si prevede l’utilizzo di un budget di circa 1,4 miliardi di euro, ottenuto da fonti regionali, nazionali, europee e private. L’attenzione sarà rivolta principalmente ai “megatrend”, o eventi globali di ampia portata. Il coinvolgimento sarà esteso a 12 divisioni regionali che gestiranno un totale di 30 progetti. Le innovazioni si focalizzeranno su 7 aree: modifiche demografiche; cambiamenti ambientali e climatici causati dall’attività umana; perdita di biodiversità e impatto sistemico; accelerazione del progresso tecnologico; scarsità di risorse e incertezze nell’approvvigionamento; cambiamenti geopolitici e eventi con ripercussioni sistemiche; maggiore interconnessione e virtualizzazione nelle relazioni.
Trasferimento di tecnologia
“In Lombardia – ha dichiarato Maira Cacucci (Fratelli d’Italia), responsabile del provvedimento in questione – le conoscenze e le idee si evolvono in progetti. Questo programma strategico si distingue per la sua pragmaticità. Non ci limitiamo a supportare il settore della ricerca e dell’istruzione, considerato fondamentale: le nostre politiche non solo supportano ma favoriscono il trasferimento di tecnologia, il processo che rende l’innovazione un motore effettivo dello sviluppo sostenibile.
Non riuscire a convertire un’innovazione potenzialmente vantaggiosa per i cittadini lombardi in un’opportunità di sviluppo rappresenta un costo inaccettabile.”
Secondo Paola Bocci (Partito Democratico), il piano in questione è caratterizzato da eccessiva cautela e disordine. Afferma che per gestire un settore tanto critico e strategico, è necessario più audacia, una visione più chiara degli obiettivi e delle priorità e ulteriori risorse proprie. Questo perché la Regione Lombardia contribuisce solo minimamente al budget complessivo con il suo bilancio.
I suoi emendamenti si concentrano sulla rappresentanza di genere nelle organizzazioni di ricerca e sviluppo e sul tema dell’intelligenza artificiale e del suo effetto sul sistema produttivo e della conoscenza.
Christian Garavaglia (leader di Fratelli d’Italia) ha sottolineato la posizione della regione come leader nell’innovazione, vantando la più alta quantità di aziende innovative, 110mila, e start-up. Afferma che tutti gli sforzi in questo campo mirano a stimolare la crescita economica e l’occupazione, guardando allo stesso tempo all’internazionalizzazione.
Egli ha espresso soddisfazione per il lavoro svolto fino ad ora.
Alessandro Fermi, assessore alla ricerca, ha annunciato che si sta lavorando sulla pubblicazione di due manifestazioni di interesse relative agli Ircss e alle università. Ha inoltre annunciato l’imminente apertura di un comitato per l’intelligenza artificiale che coinvolgerà tutti gli stakeholder pubblici e privati.