Ignazio La Russa, presidente del Senato, ha criticato il sindaco di Milano, sostenendo che continua a procrastinare su tutte le decisioni fino a dopo le elezioni.
Ha anche commentato sullo stadio San Siro, dicendo che con un piccolo sforzo, l’amministrazione di sinistra avrebbe dovuto dichiarare che non si toccherà. Durante una festa di Fratelli d’Italia al Lido degli Estensi, La Russa ha ripreso le parole di Barbara Berlusconi, ex presidente del Milan, indicando era umiliante per Milano, una città rappresentativa di innovazione, perdersi nel tempo e tornare al 2019 solo per accettare la dura realtà – San Siro non può effettivamente essere rinnovato.
La Russa ha rinnovato il suo sostegno alla proposta di avere due stadi adiacenti e operativi. Secondo il presidente del Senato, mantenendo Meazza si avrebbe un risparmio di 50 milioni, che rappresenta il costo della demolizione, e si genererebbero ulteriori guadagni attraverso concerti ed altri eventi sociali e potenzialmente le partite della Champions League. Ha suggerito che lo stadio potrebbe essere conservato per almeno altri 15 anni.
Nel mese di agosto 2021, La Russa, insieme agli architetti Joseph Di Pasquale e Oscar Benini, ha presentato per la prima volta un progetto volto a un uso ridimensionato dello stadio Meazza per un periodo di 10-15 anni, in modo tale da ‘amortizzare’ i costi della sua demolizione, stimati intorno ai 50 milioni.
Oltre a questo, immaginava l’implementazione di un tetto mobile al Meazza, per poter ospitare grandi concerti anche fuori dalla stagione estiva. Di fronte a chi sosteneva l’incompatibilità di due stadi vicini, La Russa rispondeva citando i casi di Buenos Aires, Liverpool e Dundee, città che ospitano stadi simili in prossimità.
Domenica scorsa, La Russa ha criticato apertamente il sindaco di Milano, Sala. Ha argumentato che l’attuale amministrazione è legata a un ambientalismo fasullo e alle idee di estrema sinistra.
Criticò l’amministrazione per non aver preso una posizione definita riguardo al futuro di San Siro, sperando che il problema si risolvesse in futuro, lontano dalle elezioni. Secondo La Russa, è necessario affrontare l’argomento ora, definendo la situazione attuale come una “tragica commedia italiana”.
La proposta presentata venerdì scorso dal Milan e dall’Inter al sindaco Sala ha molte similitudini con l’idea del 2021 formulata da Fratelli d’Italia.
I club hanno “rimesso sul tavolo” la proposta del 2019 di un nuovo stadio nell’area tra via Tesio e il Meazza. Il progetto non prevede l’abbattimento dell’attuale stadio, che potrebbe essere sottoposto a vincolo dalla Sovrintendenza nel 2025, ma piuttosto una sua ristrutturazione e riduzione delle dimensioni per conferirgli funzioni aggiuntive oltre a quelle calcistiche. Pare che non si discuta la possibilità di disputare la Champions al Meazza.
I club dovrebbero incontrare la Sovrintendenza nella settimana entrante in modo da comprendere cosa possono e non possono fare con il Meazza.
All’interno del panorama amministrativo, il sindaco ha precisato che, dal suo punto di vista, con le deliberazioni del consiglio comunale (2022) e della giunta (2023), e con le condizioni da rispettare da parte del Milan e dell’Inter per costruire uno stadio nuovo, le procedure necessarie sono già state effettuate.
Tuttavia, la maggior parte del consiglio comunale non è d’accordo. Le opposizioni, che in questi giorni sono state particolarmente critiche e promettono di lottare, ma anche l’intera maggioranza, incluso coloro che sostengono l’ipotesi delle squadre: i rappresentanti del Pd (Beatrice Uguccioni) e dei Riformisti (Giulia Pastorella) hanno sottolineato l’importanza di un passaggio in consiglio, nonostante appoggino la proposta.
Coloro che sono sempre stati contrari alla costruzione di un nuovo stadio, ritengono ancora più indispensabile un passaggio in consiglio: da Enrico Fedrighini (gruppo misto) all’intero gruppo di Europa Verde, con Tommaso Gorini, Francesca Cucchiara e Carlo Monguzzi, a Marco Fumagalli della Lista Sala e Alessandro Giungi del Pd.
La situazione per Sala sembra complicarsi. Deve gestire non solo la ‘fronda interna’ e la contesa del centrodestra, ma anche i reclami dei più leali di procedere comunque attraverso l’aula di Palazzo Marino per discussioni e nuovi provvedimenti. Ma le sfide non finiscono qui. Paolo Scaroni, il presidente del Milan, ha annunciato sabato sera che l’opzione preferita per il club rossonero al momento è ancora quella dello stadio a San Donato Milanese.
Durante l’incontro di venerdì con Sala, Milan e Inter hanno solo indicato al sindaco di Milano quale potrebbe essere la soluzione se si decidesse di costruire lo stadio a Milano: non il rinnovamento proposto da WeBuild, ma un nuovo stadio adiacente al Meazza, acquistando le aree al prezzo determinato dall’Agenzia delle Entrate. Tuttavia, ciò non implica che Milan e Inter abbiano già deciso di abbandonare le altre opzioni.
Anzi, “San Donato – ha affermato Scaroni – è l’opzione che preferiamo in questo momento”. Solo il tempo dirà se si tratta solo di una tattica o di qualcosa di più importante.