Abbiamo parlato talmente tante volte dell'Ecopass che viena quasi la nausea al solo pensiero.
Per il Comune funziona, per i cittadini è una semplice tassa (almeno per tanti nostri lettori), per alcuni esperti ha ridotto le emissioni, per altri è una vera bufala.
Oggi l'ennesimo articolo sul Corriere. Siccome non sappiamo più a chi credere, visto che escono studi ogni mese, e visto che le dichiarazioni del Comune sono leggermente di parte, appiccico qui sotto l'ultima novità in fatto di ecopass, almeno potete farvi un'idea da soli senza alcun tipo di interferenza nostra.
L'articolo è tratto dal Corriere Milano di oggi.
Partono da una buona notizia: «La riduzione dell’inquinamento negli Usa ha comportato un considerevole miglioramento della speranza di vita». Messaggio, che riecheggia lo slogan elettorale del presidente Obama: «Si può fare». Poi però si passa alle «notizie così così», che arrivano da Milano. Dove, dopo l’introduzione dell’Ecopass, «non è stata apprezzata l’auspicata diminuzione dell’inquinamento». E, forse ancor peggio, non c’è stata una reale valutazione di efficacia sulla salute degli abitanti.
«Senza questa valutazione, potenzialmente già inserita nel programma di attuazione della misura, si millanta credito e si imbrogliano i cittadini».
L’analisi del «caso Milano» è il cuore dell’ultimo numero di «Epidemiologia e prevenzione», la rivista scientifica che rappresenta la voce dell’epidemiologia in Italia. Una delle premesse, nella serie di articoli, è che l’Ecopass ha «indubbi meriti oggettivi per quanto riguarda il messaggio educativo e gli effetti sulla circolazione stradale». Sull’inquinamento però il discorso è diverso.
Già l’esperienza della congestion charge di Londra dimostra che il calo dell’inquinamento è impercettibile. Il Comune di Milano, a livello di marketing politico, ha puntato però moltissimo sulla riduzione dello smog, parlando di un meno 30 per cento (di solito senza spiegare che quella riduzione riguarda solo le emissioni di scarico delle auto e solo l’interno dell’area Ecopass).
I calcoli dimostrano invece che, considerando nel complesso la città, la riduzione sarebbe marginale, «pari allo 0,77 per cento».
Seguono i risultati di uno studio pilota sull’Ecopass di Giovanni Invernizzi e Ario Ruprecht, che hanno fatto una serie di percorsi dentro e fuori l’area Ecopass con una centralina portatile. Obiettivo: verificare se ci sono differenze tra dentro e fuori. I risultati «suggeriscono che tale provvedimento non sia in grado di produrre variazioni apprezzabili nei livelli d’inquinamento, a conferma della necessità di interventi strutturali su scala più ampia». Messaggio, sottinteso: bisogna fare di più per ridurre lo smog.
Molto più grave è invece la diffusione, da parte del Comune, di «dati fuorvianti» sui benefici dell’Ecopass per la salute dei milanesi. La campagna pubblicitaria di Palazzo Marino a fine 2008 parlava infatti di un meno 2,5 per cento sui ricoveri per malattie respiratorie. Da dove viene quel dato? Nel report sui primi 11 mesi di Ecopass il Comune ha inserito uno studio dell’ospedale San Paolo sulla relazione tra malattie respiratorie dei bambini e livelli di smog (leggi il commento di Sergio Harari).
Quel lavoro non è però una ricerca scientifica, ma semplicemente un abstract presentato a un congresso. E diceva soltanto: meno smog, meno malattie (una relazione ormai assodata da oltre un decennio). A questo punto è accaduta una cosa strana: il capitolo dedicato a «effetti sulla salute» è sparito dal report definitivo su 12 mesi di Ecopass. Ultima nota: dal 2009 il Comune non pubblica più sul suo sito neanche le relazioni mensili, che servirebbero a informare i milanesi su come stia andando il ticket antismog.