Ancora dieci giorni di attesa.
Ci avevamo visto giusto ieri: il decreto Expo non è stato ancora firmato. E non lo sarà ancora almeno per una decina di giorni. Silvio Berlusconi lo firmerà quando lo riterrà opportuno. Almeno, così han detto i due contendenti Moratti e Roberto Formigoni, che ieri sera erano a Roma per un vertice sull'Expo. A dire il vero nella convocazione non si parlava del decreto, nè della governance nè della Soge e quindi, comprese le assenze del premier e di Penati, tutto faceva presupporre che si sarebbe stato un ennesimo rinvio (foto IlGiornale).
Un rinvio pericolosissimo per tutte le cose che sono ancora da far partire a sei mesi e mezzo (ormai quasi sette) dalla proclamazione della vittoria di Milano su Smirne.
Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta ammette le responsabilità del Governo e annuncia che ci metteranno mano presto. Che è molto diverso dalle promesse di Berlusconi lanciate dal palco della Festa delle Libertà domenica scorsa a proposito di ieri o oggi come termine ultimo per la firma.
Si dovrà aspettare che Berlusconi e Tremonti tornino dagli Stati Uniti. C'è in ballo la crisi delle Borse di questi giorni e se c'è crisi viene quasi il dubbio che in futuro potranno esserci dei problemi con i finanziamenti.
Dalle indiscrezioni sul cda della Soge trapelava che sarà formato da cinque membri: Paolo Glisenti, i due posti del Tesoro (Diana Bracco e l'altro alla Lega o An), la Regione (forse Luigi Roth).
Non si sa ancora se l'ultimo posto spetterà alla Provincia.
Ma non è ancora stato firmato nulla quindi tutto è avvolto dall'incertezza.
C'è una spada di Damocle che pende pericolosamente sull'Expo come spiega il Corriere:
"sul Comune pende la convocazione del Bie, il Bureau International des Exposition, che ha invitato a Parigi tra il 31 ottobre e il 2 dicembre, tutti i vincitori delle Expo prossime e venture: Shangai, Yeosu e Milano.
Per chiedere lo stato dell'avanzamento dei lavori"
La Moratti spera almeno di arrivare all'appuntamento con il decreto firmato, per non fare brutta figura. Ma sembra che almeno per ora si sia deciso di pensare al bene dell'Expo piuttosto che ai litigi interni.
Penati è positivo su questa svolta, anche se si dice comunque preoccupato
"Credo che ci troviamo di fronte a una svolta positiva. Dopo mesi e mesi in cui non ci sono state più riunioni tra le istituzioni, c'è l'avvio di un percorso che riporta a fare squadra.
E' evidente che ieri non era prevista la firma del decreto nonostante le parole di Berlusconi. Siamo preoccupati. Lo stesso Letta ha detto che non se ne parlerà fino alla fine della prossima settimana"
C'è la crisi delle banche adesso che ha la priorità.
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