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In un’epoca caratterizzata dall’iperconsumo, gli oggetti che accumuliamo nel tempo spesso perdono il loro significato. La mostra “Golden Age – (s)oggetti smarriti” di Gianni Veneziano, ospitata alla Casa dei Disegni di Milano, invita a riflettere su questo tema. L’artista recupera oggetti dimenticati, trasformandoli in opere d’arte che raccontano storie e significati profondi. Ogni pezzo, che sia una ceramica Ginori o una stampa di Mantegna, viene reinterpretato, restituendo loro una nuova vita e un nuovo valore.
Una delle tecniche più affascinanti utilizzate da Veneziano è il kintsugi, una pratica giapponese che consiste nel riparare oggetti in ceramica con foglia d’oro. Questo non solo ripara l’oggetto, ma esalta le sue fratture, trasformandole in segni di bellezza. Allo stesso modo, Veneziano applica questa filosofia ai suoi lavori, creando pezzi unici che raccontano storie di resilienza e rinascita. Ogni oggetto riparato diventa un simbolo di come le imperfezioni possano essere celebrate piuttosto che nascoste.
La Casa dei Disegni non è solo una galleria, ma un luogo di esplorazione tra arte, design e artigianato. Qui, il passato non è visto come un peso, ma come una risorsa da valorizzare. Veneziano, insieme alla sua compagna Luciana di Virgilio, ha creato uno spazio dove ogni oggetto racconta una storia, dove il vecchio diventa un’opportunità per creare nuovi significati. In questo contesto, il lavoro di Veneziano si inserisce in un movimento più ampio che sfida la cultura del consumo e invita a riflettere sul rispetto per ciò che è stato.