Come ci piacciono i lettori di Milano 2.0: attivi e preparati.
Una di loro, Luisa Prina Cerai, ci ha scritto una recensione della mostra Divoradores De Energia (a cura di Mario Migule Gonzales Mayito, Jean-Marc Ville, Coordinamento Varna Cremata-Quintana, Gretchen Palmas), che potrete vedere fino al prossimo 12 luglio alla Triennale Bovisa.
Non solo, ci ha anche inviato le foto (una è quella qui sopra) fatte alla mostra. Le abbiamo raccolte in un video. Ma lasciamo che Luisa ci parli della mostra.
di Luisa Prina Cerai
La neonata sede della Triennale in zona Bovisa ospita una interessante e curiosa mostra: 50 frigoriferi della General Electrics cubani rivisitati da altrettanti artisti locali. L’idea di questa collettiva, che ha riscosso un grande successo alla Biennale de La Havana, è nata a seguito della decisione di Fidel Castro di sostituire con dei frigoriferi cinesi i vecchi frigoriferi americani, per limitare il dispendio energetico; a cinquant’anni di distanza ecco che questi oggetti tornano in vita per raccontare i sogni, l’ideologia, la storia e le speranze del popolo cubano.
Il risultato è un inedito mix di materiali, tra opere pittoriche e materiche, come quelle esposte nel cortile esterno, ma anche originali interpretazioni, presenti all’interno insieme ai bozzetti degli artisti.
Antonio Espinosa ha totalmente ricoperto il suo frigo di libri sulla storia di Cuba, Abel Barroso ne ha rivestito uno con pannelli di legno xilografato con testi, mappe ed immagini di missili e carri armati, riempiendo il suo interno di soldatini di plastica: opera intitolata “Se acabo la guerra fria, a gozar con la globalizacion”.
I sigari, da sempre simboli dell’artigianato e di Cuba, sono stati messi all’interno del frigo di Nelson Dominguez, che ne ha fatto un vero e proprio humidor, ricoprendolo esternamente di foglie di giunco. Nell’ultima sala accanto ad un insolito confessionale, il frigo di Angel Ramirez, stupisce il divertente e dissacrante “Addio Rocco”, del Grupo de creation Roncinante: storia del frigorifero azzurro Rocco, che giace in mezzo alla stanza con lo sportello superiore aperto ed un mazzo di fiori appoggiato sopra.
Lo accompagna una vera e propria ode, che ne descrive la gloriosa vita, dalla nascita in fabbrica nel 1952, attraverso le famiglie per i quali ha refrigerato i cibi, svelando abitudini gastronomiche e non della vita a Cuba, fino alla sua improvvisa morte per black out elettrico.