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Strage di Piazza Fontana: il discorso di Mattarella a Palazzo Marino

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha tenuto un discorso a Palazzo Marino per ricordare le vittime della strage di Piazza Fontana.

strage piazza fontana mattarella
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In occasione dei cinquant’anni dalla strage di Piazza Fontana il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto ricordare le vittime durante un intervento presso Palazzo Marino. Nel corso del discorso si è rivolto direttamente ai familiari, che vedono in questo evento un passo in più verso la democrazia. Già il giorno precedente – Mercoledì 11 Dicembre – le vedove Gemma Calabresi e Licia Pinelli avevano avuto un incontro con il sindaco Giuseppe Sala, per piantare la quercia rossa. Mattarella si è rivolto poi a tutti i cittadini e a tutte le istituzioni per Scongiurare quelle fratture che hanno permesso agli atti di terrorismo di infiltrarsi nella nostra società”.

Sala: “Una ferita alla democrazia”

C’è grande commozione anche nelle parole di Beppe Sala nel ricordare il boato che “alle ore 16:37 del 12 dicembre ha cambiato per sempre Milano. Una ferita alla democrazia che ancora sanguina, perché lo Stato non ha definito una verità assoluta che desse giustizia alle vittime e ai loro famigliari”. La forza della città è stata la sua capacità di “non piegarsi al terrorismo eversivo, dimostrandosi più forte e fedele alla sua vocazione civile, tollerante e umanista. Il male non avrà mai la meglio, perché la violenza perde davanti alla forza di un popolo che nella memoria trova il senso del proprio futuro. Noi, a Milano, siamo così”.

Mattarella sulla strage di Piazza Fontana

“Siamo qui, oggi, perché avvertiamo il dovere di ricordare. Ricordare avvenimenti per i quali si è fatta verità e si è cercata giustizia, tra difficoltà e ostacoli, e sovente giungendo a esiti insoddisfacenti”. Comincia così il discorso di Sergio Mattarella. È la prima volta che il Presidente della Repubblica presenzia alla commemorazione per l’attacco che ha segnato nel profondo l’Italia. Attacco che prima ancora di essere contro la Repubblica è contro la convivenza civile. Nel suo intervento non ha ricordato solamente l’attentato del 12 Dicembre 1969, ma anche quelli avvenuti nei mesi precedenti e negli anni successivi. Come quello sventato nel 1980, proprio nel luogo da cui il Presidente legge oggi il suo discorso.

Ha poi voluto citare parte del discorso del suo predecessore Giorgio Napoletano, tenuto in occasione della Giornata della Memoria del 2012. “Non brancoliamo nel buio di un’Italia dei misteri: ci troviamo dinanzi a limiti da rimuovere e a problemi di giustizia e di verità ancora da risolvere, ma in un’Italia che ha svelato gravissime insidie via via liberandosene. Ha sconfitto il terrorismo, individuandone e sanzionandone a centinaia gli sciagurati attori e ha salvaguardato i presidi della nostra vita democratica“.

Prima degli applausi finali ha sollecitato i presenti a non dimenticare quanto successo, in quanto l’attentato rappresenta una pagina triste, ma pur sempre indelebile della storia italiana. Ma ogni paese porta le stigmate di un’autobiografia di gioie e dolori, atti di coraggio e misfatti. Bisogna guardare a un passato non troppo remoto e imparare a non rifare gli stessi errori. Ha poi salutato i familiari delle vittime e manifestato nei loro confronti solidarietà, stima e rispetto.

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