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Psicosi Coronavirus, ristorante cinese a Milano costretto a chiudere: “Troppi costi e pochi clienti”

"I costi sono troppo alti per un locale vuoto". La psicosi per il Coronavirus inizia ad avere effetti anche sulle attività commerciali in Italia.

psicosi coronavirus
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Chiuso fino a data da destinarsi: è questa la decisione che sono stati costretti a prendere i titolare di un ristorante cinese di Milano, il “Wheat Restaurant”. La famiglia che da anni lo gestisce ha comunicato sui social la decisione di chiudere i battenti a seguito del drastico calo della clientela con il diffondersi della psicosi per il Coronavirus. Le iniziative a favore della comunità cinese e degli esercizi commerciali non sembrano aver sortito gli effetti sperati.

Psicosi Coronavirus: chiude ristorante cinese

A pochi giorni di distanza dalla diffusione delle prime notizie non abbiamo notato differenze nel flusso della clientela ma all’inizio della scorsa settimana è cambiato tutto” ha detto un 27enne di origini cinesi che da anni vive a Milano e aiuta lo zio nella gestione del locale. “A pranzo la sala è stata quasi sempre vuota e tra venerdì e sabato abbiamo riempito dai 12 ai 18 coperti, rispetto ai 100 abituali“. Il giovane ha poi raccontato di un episodio razzista di cui è stato vittima: “Ci hanno chiesto se offrivamo piatti giapponesi, ma quando gli abbiamo detto che eravamo un ristorante cinese ci hanno domandato se la cucina fosse con o senza virus. Mi sembra che qualcuno mi scruti con sospetto, come se la mia razza e il virus fossero indivisibili“.

L’annuncio sui social

Dopo una lunga e dolorosa riflessione vi comunichiamo che abbiamo deciso di chiudere per un pò e sperare che le fake news finiscano. Siamo un ristorante che usa materie prime prevalentemente proveniente dall’Italia e dall’Europa. Tutto quanto è tracciabile“. Si tratta ovviamente di una chiusura solo temporanea e i titolati sperano di poter riaprire i battenti quanto prima: “È difficile sostenere le spese per un locale semivuoto“. Numerosi i commenti di vicinanza e solidarietà: “Questo calore ci conforta perché proviene non solo da clienti abituali, ma anche da utenti indignati per questa reazione insensata“.

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