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Dal 2017, Milano ospita un’iniziativa che si distingue per la sua lungimiranza e il suo impegno nella prevenzione della violenza di genere: il Progetto Io Valgo. Fondato dalla dott.ssa Maria Amantea, un’insegnante che ha deciso di agire senza attendere fondi o indicazioni istituzionali, questo progetto ha coinvolto attivamente bambini e genitori in attività educative che vanno oltre il normale orario scolastico. La sua missione è chiara: educare le nuove generazioni al rispetto e alla consapevolezza emotiva, elementi fondamentali per prevenire comportamenti violenti.
Recentemente, gli alunni hanno dato vita a una campagna di sensibilizzazione nel loro quartiere, affiggendo locandine con frasi originali e distribuendo segnalibri con messaggi positivi. Queste attività non solo hanno coinvolto i bambini, ma hanno anche stimolato la partecipazione attiva dei genitori, creando un legame forte tra scuola e comunità. Inoltre, laboratori intergenerazionali hanno affrontato temi delicati come la gelosia nelle prime relazioni, dimostrando che l’educazione può essere un processo condiviso e inclusivo.
La mostra legata al Progetto Io Valgo, attualmente in corso presso la scuola Martiri di Gorla, rappresenta un esempio innovativo di come i bambini possano essere protagonisti nella lotta contro la violenza di genere. I video esposti mostrano i bambini che lanciano messaggi agli adulti, ribaltando i ruoli tradizionali e invitando alla riflessione. Questa iniziativa ha attirato l’attenzione anche al di fuori di Milano, con richieste di esposizione da parte di associazioni in provincia di Caserta, dimostrando l’importanza di diffondere il messaggio di prevenzione in contesti più ampi.
È fondamentale sottolineare che il Progetto Io Valgo non si limita a eventi sporadici, ma è attivo tutto l’anno. La prevenzione della violenza e l’educazione al rispetto richiedono un impegno quotidiano, come dimostrano le molteplici attività realizzate dalla comunità scolastica. Sostenuto dal Comune di Milano nell’ambito del programma Milano Città delle Donne, il progetto offre un modello da seguire per altre realtà locali e nazionali.
Educatori, esperti e politici possono trarre spunti concreti da questa iniziativa, che dimostra che il cambiamento parte dal basso, dalle scuole e dalle famiglie.