Categorie: Bambini
|
17 Novembre 2024 15:02

Morbo di Osgood-Schlatter: cosa sapere per una corretta gestione

Condividi

Scopri come riconoscere e trattare il morbo di Osgood-Schlatter nei bambini sportivi.

Cos’è il morbo di Osgood-Schlatter?

Il morbo di Osgood-Schlatter è una condizione ortopedica che colpisce prevalentemente i bambini e gli adolescenti, in particolare quelli che praticano sport. Si manifesta con un dolore localizzato nella parte anteriore del ginocchio, sotto la rotula, e può influenzare significativamente la qualità della vita dei giovani atleti. Questo disturbo è causato dalla tensione eccessiva del muscolo quadricipite sulla tibia, che nei bambini è ancora in fase di sviluppo e non completamente ossificata.

La cartilagine di accrescimento, infatti, è più suscettibile a deformazioni, portando a una tumefazione dolorosa.

Sintomi e diagnosi

I sintomi del morbo di Osgood-Schlatter includono dolore durante attività fisiche come correre, saltare o giocare a calcio. I genitori spesso notano una tumefazione nella parte alta della tibia e possono riferire che il bambino minimizza il dolore per non dover rinunciare allo sport. La diagnosi è principalmente clinica e si basa sull’osservazione dei sintomi e su un esame fisico.

In alcuni casi, può essere necessaria una radiografia per confermare la presenza di deformità o frammentazioni ossee.

Trattamento e gestione

Il trattamento del morbo di Osgood-Schlatter si concentra principalmente sul riposo e sulla gestione del dolore. È fondamentale che i giovani atleti riducano l’attività fisica per permettere alla zona di guarire. L’uso di tutori o fasciature può alleviare il dolore e consentire una ripresa graduale dello sport. Tuttavia, è importante sottolineare che il riposo prolungato è l’unico modo per garantire una completa guarigione.

In rari casi, se si sviluppano complicazioni come frammentazioni ossee, potrebbe essere necessaria un’operazione chirurgica.

Prevenzione e prospettive future

La prevenzione del morbo di Osgood-Schlatter è possibile attraverso un adeguato riscaldamento e stretching prima dell’attività fisica, oltre a un’attenta gestione dei carichi di lavoro sportivi. È importante che i genitori e gli allenatori siano consapevoli dei segnali di allerta e incoraggino i giovani atleti a comunicare eventuali dolori.

Con una corretta gestione, la maggior parte dei bambini vedrà un miglioramento significativo dei sintomi con la crescita, generalmente intorno ai 15-16 anni, anche se la tumefazione potrebbe persistere.