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Villa Simonetta è un edificio in stile rinascimentale situato in via Stilicone a Milano.
La villa fu costruita agli inizi del ‘500 su commissione di Gualtiero Bascapè che al tempo era il cancelliere di Ludovico il Moro. Il terreno su cui sorse fu comprato dal cancelliere stesso dall’Ospedale Maggiore a cui apparteneva come fondo agricolo. L’uomo però abitò la villa solamente due anni prima della sua morte. Da quel periodo deriva il suo nomignolo “la Gualtiera”.
Dopo la sua morte la villa ebbe diversi proprietari e secondo i documenti che sono stati ritrovati fu sottoposta anche a varie ristrutturazioni ed ampliamenti.
Intorno alla metà del XVI secolo la villa divenne possedimento dell’allora governatore di Milano Ferdinando Gonzaga, il quale nel 1547 affidò all’architetto Giuntalodi i lavori di ampliamento della struttura per renderla una residenza di rappresentanza. Proprio a lui si deve l’attuale struttura a U della villa, così come la facciata odierna e i portici. Fu nel 1555, ovvero quando il Gonzaga si trasferì alla corte di Spagna, che la villa divenne di proprietà dei Simonetta di cui porta ancora oggi il nome.
Questa famiglia ne fece una delle dimore più rappresentative del periodo barocco a Milano.
Dopo vari passaggi di mano agli inizi dell’800 la villa divenne il luogo di ritrovo della “compagnia della teppa”, un gruppo di giovani di alta estrazione sociale che dedicavano il proprio tempo a passatempi goliardici e libertini. Da questo periodo deriva il nomignolo di “villa dei balabiott“, ovvero “la villa di coloro che ballano nudi” in dialetto Milanese, che viene riportato in alcuni scritti.
Con l’avvento del colera nel 1836 ebbe fine il periodo di giochi goliardici all’interno della villa che venne trasformata in un ospedale. Questa nuova funzione decretò però anche l’inizio del suo periodo di decadenza, che culminò nella costruzione di una linea ferroviaria nelle immediate vicinanze del giardino. Negli anni successivi la villa venne utilizzata per diversi scopi, nessuno dei quali però rimandava al suo precedente splendore. Passò infatti dall’essere utilizzata come fabbrica poi come caserma e si arrivò perfino ad adibirla ad osteria.
Molti anni di degrado raggiunsero il culmine nel bombardamento che subì durante la seconda guerra mondiale, probabilmente per la vicinanza con la ferrovia, che ne devastò la facciata. Solo nel 1959 iniziò il suo restauro commissionato dal comune che contemporaneamente promosse anche una bonifica del terreno circostante. A partire dal 1973 è una delle sedi della Scuola Civica di Musica Claudio Abbado.
La villa oggi è composta da una pianta a U derivante dall’aggiunta cinquecentesca delle due ali laterali al corpo centrale.
Dello stesso periodo è anche il portico con volta a botte e colonne che spicca sulla facciata. La parte che si apre verso il giardino è invece in uno stile più semplice e meno decorato poichè include solo due loggiati in posizione simmetrica all’ultimo piano. Originariamente l’interno era riccamente decorato con affreschi che narravano le gesta della famiglia Gonzaga, oggi purtroppo sono visibili solo alcuni frammenti. Ad oggi è l’unico esempio sul territorio lombardo della moda dei nobili del cinquecento di costruire ville in stile rinascimentale al di fuori delle mura della città.
La villa, oggi completamente riportata gli antichi splendori, ospita la sezione di Musica Classica, Musica Antica e l’Istituto di Ricerca Musicale Civici Cori che fanno parte della Scuola di Musica C. Abbado. L’istituto, che nacque nel 1862 con lo scopo di formare coristi e strumentisti per il Teatro alla Scala, si occupa ancora oggi di alta formazione in collaborazione con il Comune di Milano e vanta la partecipazione dei suoi studenti a numerosi concorsi nazionali ed internazionali.
Ogni anno la scuola organizza una Open Week durante la quale si tengono lezioni in aula aperte a tutti e diverse rassegne e incontri musicali che trattano i vari generi musicali praticati all’istituto.
La Scuola è comodamente raggiungibile con i mezzi pubblici, ma l’edificio non risulta attualmente aperto alle visite salvo in occasione delle rassegne musicali e dei concerti all’aperto che si tengono nel periodo estivo.