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Giorgio Gaber il maestro della musica teatro era innamorato della sua Milano, l’ha vissuta in tutti i suoi aspetti, in tutti i suoi colori.
È passato dalla Milano scoppiettante degli anni ’70 a quella piú cupa della contestazione, fino ad arrivare a una città ormai seduta su se stessa come lo era quella degli anni ’90. Impossibile parlare di Gaber, senza parlare della sua amata Milano, la città dove la sua vena artistica ha trovato terreno fertile, dove non solo è nato, ma dove ha mosso i suoi primi passi e ha suonato le sue prime note.
Eccoci allora in un viaggio nella Milano del Signor G. Ci sposteremo nei posti che hanno segnato la sua vita, andremo nei locali di Santa Tecla, il Piccolo Teatro, il bar Giambellino fino ad arrivare al Teatro Lirico dove si esibí con Mina.
Giorgio Gaber è nato il 25 Gennaio 1939 in Via Londonio 28, in zona Sempione. È qui che il maestro del cantautorato italiano ha vissuto molti dei suoi natali, con la mamma Carla, il padre Guido e il fratello maggiore Marcello.
Ci restó fino al 1963 quando la sua fama era già affermata e la carriera era nel pieno della sua ascesa. Qui nel 2019 viene apposta una targa in memoria del cantante della sua libertà di pensiero e onestá intellettuale.
Giorgio Gaber ha frequentato e si è diplomato ragioniere nel 1959 all’Istituto Tecnico Commerciale, Carlo Cattaneo, che si trova in Piazza Vetra. A detta di alcuni suoi vecchi compagni di scuola lui era il più intelligente della classe, dotato inoltre di intelligenza e simpatia sopra la media.
Dopo la scuola poi, nonostante la sua forma di poliomielite non si tirava indietro per tirare due calci al pallone con gli amici. Dopo il diploma, si iscrisse alla Bocconi, ma non terminó mai gli studi.
È in questo club che Gaber inizia a muovere i suoi primi passi nella musica italiana. Posto alle spalle del Duomo, avevano luogo spettacoli di cabaret, jazz e rock and roll. Molti i personaggi di spicco dell’epoca tra Jannacci e Tenco, da Celentano a Mogol, tutti loro hanno visto le loro serate iniziare al Santa Tecla, tutti figli di quella Milano sempre piú covo di personalità di spicco.
In Via Piranesi, inaugurato nel 1923, a metá del secolo scorso ha visto molti spettacoli di un giovane e rockettaro Gaber.
Ha ispirato la Ballata dei Cerruti, ai tempi di Gaber si chiamava Bar Gino.
Nella cui chiesa nel 1965 ha sposato la compagna di una vita Ombretta Colli e dove nel 2003 si ebbero i funerali.
In zona Loreto, è la casa dalle mura rosse dove visse per 42 anni con la sua dolce metá.
A pochissima distanza da lí è sorta successivamente l’associazione Giorgio Gaber, che si occupa di divulgare l’arte e il lavoro di questo cantautore italiano.
Il grigiume dei lavori è stato spezzato da un disegno che ha preso ispirazione dalla canzone di Gaber Com’è bella la città. Nel 2013 in occasione della sua riapertura il teatro fu intitolato proprio al cantautore italiano.
Fu la prima casa del suo lavoro successivo alla sua decisione di abbandonare la musica e la TV.
Paolo Grassi impresario del teatro, fu il primo a dargli fiducia, producendo lo spettacolo Il Signor G. Milano è un’intera città dedicata al cantautore italiano, oltre a tutti i luoghi legati alla memoria di Giorgio Gaber e all’amore che lui provava per la sua città, ce ne sono di molti altri dedicati alla sua memoria. Ne sono esempio i murales con il suo ritratto, nella via tra Chiesa Rossa e Gratosoglio.
La rassegna Milano per Gaber organizzata dalla fondazione a suo nome sulla Versilia è la sua principale iniziativa. Il 2019 è stato poi un anno particolarmente importante. In quest’anno Gaber avrebbe compiuto 80 anni e in tale occasione la maggior parte degli spettacoli hanno avuto vita al Piccolo Teatro.