Ce l'hanno fatta studiare controvoglia alle superiori, qualche professore è anche riuscito a coinvolgerci sul serio, ma solo perchè la conosceva davvero bene.
Ce la invidiano tutti, in tutto il mondo, anche se noi italiani continuamo a pensare che certe cose si possano leggere solo se imposte dai programmi ministeriali.
Ma manca davvero poco, e "vedremo" nel vero senso della parola la Divina Commedia. Il giudizio di Dante è meglio non saperlo, eravamo riusciti a salvaguardare l'ultimo capolavoro della grande eredità culturale italiana, ma ci hanno tolto anche questo. E adesso i nostri occhi umani vedranno, finalmente.
Lo spettacolo si terrà al Palasharp dal 19 al 28 aprile. I tempi sono quelli del teatro, e quindi per quanto più lunghi dei cinematografici, Dante farà una brevissima, seppur intensa passeggiata nell'Inferno e risalirà velocemente in Paradiso, passando per il Purgatorio.
Nel cast 24 cantanti, 20 ballerini e 10 acrobati, e vanno fatti i nomi di colui che interpreta Dante, Vittorio Matteucci, di Stefania Fratepietro (Beatrice) e di Lalo Cibelli (Virgilio).
L'ambizione di far vedere la Divina Commedia è stata del monsignor Marco Frisina (direttore della Cappella musicale lateranense e compositore di musica liturgica, sinfonica, cameristica e cinematografica) e di Gianmario Pagano, che ha scritto, riassunto e cesellato il libretto.
Ma poco importa per i tagli in fondo, forse così i ragazzi delle scuole che andranno a vedere lo spettacolo di mattina, potranno memorizzare molte più cose di quante ne abbiamo imparate noi.
Noi che abbiamo solamente studiato Dante, maltrattandolo anche, tra un brutto voto all'interrogazione, perchè proprio non ricordavamo cosa volesse dire in quel punto, e un tema di letteratura, magari copiato dal Bignami, per recuperare.
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