Categorie: Cultura
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26 Marzo 2008 12:00

Vie e Palazzi di Milano, sesta puntata: piazza Belgioioso e dintorni

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Dopo la prima puntata, dopo la puntata dedicata a corso Venezia e quella con le stupende foto di Palazzo Serbelloni, dopo l'accurato reportage fotografico su via Manzoni e sui suoi palazzi (con tanto di foto degli interni), dopo la puntata dedicata al reportage su Palazzo Clerici eccoci finalmente alla sesta puntata del nostro viaggio tra le vie e i palazzi di Milano.

Oggi il nostro collaboratore Leonardo ci porterà in piazza Belgioioso e dintorni. E' mercoledì, il giorno dell rubrica Vie e Palazzi di Milano.

di Leonardo

Marzo 1848. Milano da oltre trent’anni è sotto il dominio austriaco. Un dominio che di anno in anno restringeva la libertà dei milanesi. La polizia austriaca, aiutata anche da numerose spie, teneva sotto controllo i movimenti di quei personaggi sospettati di cospirazione. I caffè, le abitazione private, i luoghi d’incontro più comuni erano strettamente sorvegliati.

La sicurezza, sosteneva Metternich, passa attraverso la censura, i divieti e il controllo capillare. Tutto era vietato: vietato pubblicare, commentare, professare idee contrarie al potere. Ogni articolo di giornale veniva controllato, i direttori dei quotidiani costretti a collaborare, la corrispondenza privata veniva intercettata.

Privilegi come alloggi confortevoli e gratuiti, esenzione dalle imposte, salari e pensioni elevate, erano offerti ai collaboratori del governo austriaco. La vita resa impossibile dagli austriaci portò i milanesi a una rivolta, forse da tempo preparata; ma nessuno potè prevedere che un’alzata di popolo attraverso umili barricate potesse spazzare via, in cinque giornate 18–22 marzo 1848, l’arcigno maresciallo Radetzky (1766-1858) e il suo potente e disciplinato esercito.

Se una domenica mattina, sul presto, vi recate lungo le vie in cui vi portiamo oggi potrete respirare l’aria di rivolta di quei vicoli, e forse sentire ancora i passi di personaggi, come Carlo Cattaneo, Giuseppe Mazzini, Carlo Tenca e tanti altri che hanno operato per l’indipendenza.

Iniziamo il cammino da Piazza San Fedele (qui sopra) dove una lapide (sotto) ricorda Giuseppe Mazzini (1805-1872), che parlò al popolo milanese vittorioso.

Da qui, uscendo su via Case Rotte, si raggiunge la casa degli “Omenoni” del 1565 (nelle tre foto qui sotto); proprietario era il famoso e discusso scultore Leone Leoni (1509-1590) di cui si racconta fosse pronto a vendicarsi contro chiunque attentasse alla sua fama.

Stretta e corta, via Omenoni (immediatamente qui sopra) sbuca nella splendida Piazza Belgioioso (qui sotto).

Qui troverete il meraviglioso palazzo, opera monumentale del Piermarini, voluto dall’antichissima e potentissima famiglia Belgioioso.

Potete ammirarlo nelle tre foto qui sotto.

 

Di fronte troverete palazzo Besana (qui sotto)

e in fondo alla piazza si staglia la casa rosso terracotta dove Alessandro Manzoni (1785-1873) visse e morì; oggi è la sede del museo Manzoni, dove sono stati ricostruiti lo studio e la camera del Manzoni. Qui sotto l'esterno.

Percorrendo tutta Via Moroni (qui sotto, nelle due foto) raggiungiamo via Manzoni

e da qui accediamo in via Bigli (sotto).

Al n.21 troverete casa Olivazzi (immediatamente qui sopra) dove una lapide (foto sotto) ricorda la contessa Clara Maffei (1814-1886) il cui salotto divenne in pochi anni ritrovo di personaggi illustri.

Nel 1837 fu ospite d’onore Honorè De Balzac, ma fu anche cenacolo di numerosi cospiratori. Per ben descrivere questa donna vogliamo riportarvi una sua citazione:

Io appartengo a me medesima, e solo io voglio essere giudice del mio operare.

E vinsi, almeno, la schiavitù delle cose convenzionali. È a duro prezzo ch'io acquistai tale libertà”.

Al n. 11 di via Bigli si trova il palazzo Bigli-Ponti (qui sotto)

Poco più avanti, al n. 9, quella che è stata, come ricorda una lapide, la sede del Comitato Centrale delle 5 giornate di Milano.

Riportiamo anche la lapide posta alla fine di via Bigli (qui sotto) in onore di Adelaide Bono Cairoli (1806-1871), altra donna attratta dalle imprese dei carbonari con un forte sentimento patriottico e di odio verso il governo austriaco.

Concludiamo ricordandovi che in via Bigli n. 21 abitò dal 1894 al 1900 il giovane Albert Einstein (1879-1955) e al n. 5 vi abitò il premio Nobel Eugenio Montale (1896-1981).

Alla prossima puntata…